La storia di Farhana, 5 anni e un matrimonio evitato. In Afghanistan molte famiglie come la sua sono disperate

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14/04/2022

“Vuoi del tè anche tu, Farhana?” chiede Nasrin mentre ne versa una tazza per sé e una per suo marito Karim. La piccola Farhana, 5 anni, annuisce con un sorriso. Mette i suoi giochi da parte, alcuni tappi di bottiglia e una vecchia matita, e si rannicchia vicino al padre, intorno a un vecchio e logoro sandali (tradizionale tavolino basso con una coperta sopra). Siamo ad Herat, Afghanistan.

Durante l’inverno le temperature possono scendere al di sotto dei 15 gradi sotto zero. La casa, di una stanza, fatta di pareti di fango, è fredda e buia. La famiglia sta razionando la poca legna da ardere rimasta per riscaldare l’ambiente durante la notte.

Per ora, l’acqua calda con poche foglie di tè verde, è l’unica cosa che possono permettersi per stare al caldo.

Povertà, fame, mancanza di lavoro, sono solo alcuni dei problemi che affliggono la famiglia

Karim gestiva l’azienda zootecnica nella sua città natale nella provincia di Ghor, nel nord-ovest dell’Afghanistan. Purtroppo, a seguito del fallimento di un ambizioso progetto di crescita degli affari, la famiglia ha contratto un debito di 115.000 afghani (circa 1.200 euro). Incapaci di ripagarlo e temendo per la propria vita, Karim e la sua famiglia sono scappati nel mezzo della notte

Da un anno, insieme alla sua famiglia di quattro persone, vive in affitto nella casa con le pareti di fango all’interno del campo per sfollati, alla periferia della città di Herat. 

Quest’anno l’inverno è stato particolarmente difficile per Karim e Nasrin, sfiancati dal deteriorarsi della situazione umanitaria del paese, l’intensificarsi delle violenze, la mancanza di lavoro e l’insicurezza alimentare. Per un periodo hanno fatto lavori saltuari intorno alla zona di Herat, per assicurare un tetto e del cibo alla famiglia.

Il campo per sfollati interni ospita circa 40.000 famiglie. È sempre più difficile trovare un posto di lavoro.

Farhana, 5 anni, è rannicchiata tra suo padre Karim e sua madre Nasrin, per proteggersi dal freddo. L'intera famiglia, composta da 5 persone, vive nella casa di una stanza fatta di pareti di fango, all'interno del campo per sfollati interni ad Herat, Afghanistan.

Un giorno, il creditore si è presentato alla porta di casa di Karim ed Herat

Quando l'uomo si è presentato alla loro porta, Karim non era in grado di rimborsare neanche una parte dei debiti contratti. Approfittando della situazione, il creditore gli ha fatto promettere che avrebbe consegnato Farhana come sposa-bambina per ripagare il debito.

Karim avrebbe avuto sei mesi per poter estinguere il suo debito o sarebbe stato costretto a consegnare la bambina.

Nasrin era fuori a lavorare, non sapeva dell’accordo. 

“Un pezzo del mio cuore è stato strappato via quel giorno” ci ha raccontato Karim. “Non ho avuto scelta, ho dovuto accettare per non mettere in pericolo tutti gli altri membri della famiglia, potevamo essere uccisi”.

I mesi passano velocemente, le difficoltà si moltiplicano

Dal giorno dell'incontro con il creditore, Karim cerca disperatamente di trovare una soluzione. Ha perfino provato a superare illegalmente il confine con l’Iran per trovare un lavoro.

Non c’è riuscito. A rendere le cose ancora più difficili: rottura dell’appendice, che lo ha costretto a letto per mesi.

Le spese mediche si sono sommate ai debiti. Il lavoro part-time di Nasrin, che puliva l’uva in una fabbrica di resine, è bastato a malapena a nutrire la famiglia. 

Il creditore è tornato a bussare alla loro porta, questa volta per prendere Farhana e portarla via, per sempre, dalla sua famiglia.

Non c’era modo di sfuggire all’inevitabile questa volta. Ne è scaturito un litigio violento, in cui per la prima volta Narsin ha scoperto l’accordo su Farhana.

Il suo cuore si è fermato.

Lei ha solo cinque anni. Non può sopravvivere senza di me!

Nasrin, appena appresa la verità, inizia a gridare in cerca di aiuto. 

Nasrin, appresa la verità, inizia a gridare in cerca di aiuto. Non avendo altre possibilità, corre dai vicini di casa. Grida tutto il tempo, attirando una gran folla, inclusi i membri del Comitato di Protezione Infanzia di Comunità.

L’UNICEF ha contribuito a creare questi comitati per la protezione dell’infanzia, guidati dagli anziani e dai leader locali. Il comitato si riunisce regolarmente per discutere questioni relative al benessere dei bambini nei campi e per mitigare gli episodi di violazione dei diritti dei minori, come la violenza contro i bambini, i matrimoni precoci e l'istruzione delle ragazze.

Lo staff dell’UNICEF partecipa agli incontri ogni mese e lavora a stretto contatto con il comitato per gestire spazi a misura di bambino e centri di apprendimento; fornire servizi di protezione, salute e nutrizione a tutti i bambini che vivono all’interno del campo. Dato che questi centri sono guidati dalla comunità, il comitato ora opera in modo molto coordinato, contribuendo a sostenere lo slancio attorno al benessere dei bambini e a tutelare gli investimenti dell'UNICEF per gli anni a venire.

Il Comitato è riuscito a convincere il creditore a non portare via Farhana per ora, assicurando che Karim pagherà presto il suo debito.

L'uomo se n’è andato, con grande sollievo di Nasrin e Karim, ma potrebbe tornare

Karim deve ancora riprendersi completamente. Nasrin rimane l'unica a portare a casa il pane. Ma i soldi che guadagna possono a malapena sfamare la famiglia una volta al giorno, per non parlare della mancanza di cibo nutriente, come il latte, per i suoi figli. La paura che il creditore possa tornare non li fa dormire la notte.

Karim spera di poter tornare presto in piedi e provare a cercare di nuovo lavoro in Iran. Non lascerà che il futuro di sua figlia venga distrutto.

Dal giorno dell’incidente, l’UNICEF e il partner War Child UK, hanno incontrato Karim e Nasrin molto spesso. Farhana e suo fratello di due anni trascorrono i loro pomeriggi nello spazio a misura di bambino, mentre il figlio maggiore di Karim sta frequentando le lezioni presso il centro educativo comunitario gestito dall'UNICEF.

La famiglia riceve kit per l’igiene, forniture per l’inverno - come vestiti caldi e coperte - ed è costantemente indirizzata verso i servizi sanitari gratuiti.

Vorrei che mia figlia diventasse un’insegnante, non una sposa bambina come me.

Nasrin si è sposata in tenera età, sa cosa significherebbe questo per la sua piccola.

Nasrin sta provando a mettere da parte dei soldi per compare una macchina per cucire ed aprire una sartoria. Si è sposata in tenera età e non vuole che sua figlia faccia lo stesso.

Anche Karim spera in un futuro migliore per la sua piccola. "Voglio un futuro migliore per i miei figli", dice. “Voglio che la mia piccola Farhana rimanga a scuola. Forse un giorno potrebbe diventare medico"

La storia di Farhana è la stessa che purtroppo vivono molte altre famiglie, povere e disperate, in Afghanistan. L'aggravarsi della crisi umanitaria, l'insicurezza alimentare, la disoccupazione e l'inverno gelido hanno colpito tutti.

Solo nel gennaio 2022, l'UNICEF ha impedito con successo a 2 bambini di sposarsi prematuramente.

Per approfondire: il lavoro dell'UNICEF per tutelare bambine e ragazze

L'UNICEF sta lavorando a stretto contatto con genitori e leader religiosi per sensibilizzare le comunità sui rischi per le ragazze se si sposano presto. Un ulteriore sostegno sotto forma di assistenza in contanti, distribuzione di kit per l'igiene e l'inverno e la gestione di spazi e centri di apprendimento a misura di bambino stanno aiutando a compensare il rischio di fame, lavoro minorile e matrimoni precoci tra le famiglie più vulnerabili.

Tuttavia, molti casi di matrimoni precoci non vengono mai segnalati. Con l'aggravarsi della crisi umanitaria, la situazione diventerà sempre più angosciante e molte Farhana perderanno per sempre la loro infanzia. Porre fine ai matrimoni precoci è l'unico modo per spezzare il circolo vizioso della povertà e consentire alle ragazze e alle donne di raggiungere il loro pieno potenziale.

Per saperne di più: visita le sezioni Protezione dell'Infanzia e Uguaglianza di genere e scopri il lavoro dell'UNICEF per l'Emergenza Afghanistan.

14/04/2022

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