Protezione dell'infanzia
Proteggere ogni bambino da abusi e sfruttamento
Sfruttamento del lavoro minorile. Migrazioni forzate. Traffico dei minori. Sfruttamento sessuale. Mutilazioni genitali femminili. Spose bambine. Bambini soldato. Abusi. Milioni di bambini nel mondo sono vittime delle peggiori forme di violenza, molti altri sono potenzialmente a rischio e non ricevono la giusta protezione.
Le violazioni dei diritti dei bambini hanno luogo in ogni paese e costituiscono barriere non riconosciute né denunciate, oltre che violazioni dei diritti umani dei minori stessi, con le vittime esposte al rischio di morte, a condizioni precarie di salute fisica e mentale, problemi di apprendimento, povertà, HIV/AIDS, discriminazione ed emarginazione. Violenze, abusi e sfruttamento non sono perpetrati soltanto da sconosciuti, ma anche da chi gode di maggiore fiducia da parte dei piccoli, come i familiari, i membri della comunità, gli insegnanti o altri bambini.
Gli abusi rimangono spesso nascosti, perché le vittime hanno paura, si vergognano, ma anche perché vi sono pratiche implicitamente accettate dalla comunità, che deve essere sensibilizzata perché prenda coscienza della vera natura di abusi e violenze, e perché chi li commette non rimanga anonimo e impunito
L'uso dei bambini in guerra non è una novità ma continua a verificarsi nei conflitti odierni nonostante i progressi nei riguardi dei diritti dei bambini.
Manuel Fontaine, Area Protezione UNICEF
Vittime di abusi e violenze: segnati per sempre
Violazioni e abusi pregiudicano la salute fisica e mentale dei bambini, che di conseguenza soffrono spesso di disturbi dell’apprendimento, depressione e difficoltà d’integrazione sociale. Per l'UNICEF, la protezione dei bambini vittime di violenza è parte integrante della difesa del diritto di ogni bambino alla sopravvivenza, alla vita e allo sviluppo. È essenziale avere dati affidabili che tengano conto delle diverse problematiche legate alla violenza sui minori per poter intervenire ed elaborare risposte specifiche. Secondo il rapporto UNICEF Preventing a lost decade, nel momento peggiore della pandemia di COVID-19 più di 1,8 miliardi di bambini sono rimasti privi di servizi contro la violenza.
300milioni
bambini vittime di discipline educative violente
160milioni
bambini coinvolti nel lavoro minorile
200milioni
ragazze sottoposte a mutilazioni genitali
Bambini, non soldati
Per “bambino soldato” si intende una persona sotto i 18 anni di età che fa parte di qualunque forza armata o gruppo armato, regolare o irregolare che sia, a qualsiasi titolo - tra cui i combattenti, i cuochi, facchini, messaggeri e chiunque si accompagni a tali gruppi, diversi dai membri della propria famiglia. Il fenomeno comprende anche le ragazze reclutate per fini sessuali e per matrimoni forzati.
Quale sia il ruolo loro imposto, sono comunque vittime di reclutamento, sfruttamento e abusi, non soldati, ma bambini. Sono associati a milizie o gruppi armati per vari motivi: alcuni sono rapiti, minacciati, forzati o manipolati. Altri sono spinti dalla povertà, per aiutare economicamente le loro famiglie. Altri ancora lo fanno per sopravvivere o proteggere le loro comunità. Indipendentemente dal loro coinvolgimento, il reclutamento e l'uso di bambini nei conflitti è una grave violazione dei diritti dei bambini e del diritto internazionale umanitario.
Nel mondo, oltre 426 milioni di bambini vivono in zone di conflitto e sono spesso vittime di gravi violazioni sull'infanzia. Nella Giornata internazionale contro l’uso dei bambini nei conflitti armati, l'UNICEF ricorda che tra il 2005 e il 2020 più di 93.000 bambini sono stati reclutati ed usati indiscriminatamente nei conflitti, vittime di quelle che le Nazioni Unite monitorano come le Sei gravi violazioni a danno dei bambini: uccisioni e mutilazioni; reclutamento o utilizzo dei bambini come soldati; violenza sessuale; sequestri; attacchi contro scuole e ospedali; impedimento nell’accesso all’assistenza umanitaria.
Secondo l'ultimo rapporto UNICEF tra il 2005 e il 2020 sono state verificate oltre 266.000 gravi violazioni contro bambini e minori, commesse dai belligeranti in più di 30 situazioni di conflitto in Africa, Asia, Medioriente e America latina. Un numero che si teme sia solo una frazione delle atrocità realmente subite dai bambini nei conflitti armati. Ordigni esplosivi e residuati bellici – usati indiscriminatamente contro scuole, ospedali, strutture idriche e igienico-sanitarie - sono la causa di quasi la metà delle vittime tra i bambini. Le bambine e le ragazze sono tra le prime vittime delle violazioni contro l'infanzia, ed il 98% di tutti i casi di violenza sessuale.
Per intervenire con efficacia contro l’utilizzo dei bambini nei conflitti, è necessario dare continuità agli interventi di prevenzione e recupero. Ogni anno, l’UNICEF sostiene la smobilitazione e il reinserimento di migliaia di bambini, assicurando loro un posto sicuro in cui vivere, servizi di assistenza e reinserimento comunitario, la ricerca e il congiungimento familiare, sostegno psicosociale, assistenza specialistica per le vittime di violenza, recupero e inserimento scolastico. Monitorare efficacemente la situazione aiuta a mostrare l'effettiva estensione e gravità delle violazioni commesse, e le possibilità di recupero.
Per la sua azione, l’UNICEF si ispira alla Convezione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e al Protocollo sul coinvolgimento dei bambini in conflitti armati, richiamando tutte le parti in conflitto alla tutela dei bambini e dei loro diritti nelle situazioni di conflitto.
Sfruttamento del lavoro minorile: per la prima volta si interrompono i progressi
Altrettanto preoccupante l'ultimo rapporto UNICEF-OIL sul lavoro minorile, che riporta il numero di bambini che ne sono vittime salito a 160 milioni nel mondo.
Per la prima volta in 20 anni i progressi nella lotta al lavoro minorile hanno subito una battuta d’arresto: a causa del COVID-19, altri 9 milioni di bambini rischiano di essere costretti al lavoro entro la fine del 2022, un numero che potrebbe salire a 46 milioni, se non sarà garantita una copertura di protezione sociale fondamentale.
Per la Giornata mondiale contro il lavoro minorile, l’UNICEF ricorda che - per la prima volta dal 2000 - il numero di bambini coinvolti nel lavoro minorile è aumentato fino a raggiungere circa 1 bambino su 10 nel mondo, di cui la metà coinvolta in lavori pericolosi.
Lo sfruttamento nel lavoro minorile di bambini e adolescenti rischia di arrecare fisici e mentali e di comprometterne l’istruzione, restringendone diritti e limitando le loro opportunità future, con un ciclo vizioso di povertà e lavoro minorile che si ripercuote sulle generazioni future.
Nuove stime globali sul lavoro minorilepdf / 393 kb
DownloadMutilazioni genitali femminili e matrimoni forzati: sempre più bambine a rischio
Drammatico lo scenario che si prospetta per le bambine, secondo gli ultimi dati resi nella Giornata internazionale contro le Mutilazioni genitali femminili (FGM): 4,3 milioni le ragazze oggi a rischio, un numero che si prevede raggiungerà i 4,6 milioni entro il 2030, in quanto conflitti, cambiamento climatico, crescente povertà e disuguaglianze continuano a ostacolare gli sforzi per cambiare norme sociali e di genere.
E se negli ultimi 10 anni l’azione dell’UNICEF e della comunità internazionale ha scongiurato 25 milioni di matrimoni infantili si rischiano di vanificare i progressi finora ottenuti. Le chiusure scolastiche, le difficoltà economiche, l’interruzione dei servizi essenziali e la morte dei genitori espongono le bambine e le giovani più vulnerabili a nuovi rischi: 10 milioni di matrimoni precoci potrebbero aggiungersi ai 100 milioni già temuti nei prossimi 10 anni.
Questi solo alcuni dei dati resi pubblici dopo un anno dalla dichiarazione della pandemia di COVID-19. Secondo il rapporto UNICEF COVID-19: A threat to progress against child marriage, già prima della pandemia 650 milioni tra donne e ragazze risultavano sposate durante la loro infanzia.
Le Mutilazioni Genitali Femminili danneggiano i corpi, le vite e il futuro delle ragazze. L'UNICEF in partnership con UNFPA (United Nations Fund for Population Activities) lavora affinché ragazze e donne di tutto il mondo possano realizzare il diritto alla salute, all'istruzione, a percepire un reddito e all'uguaglianza per aiutare a porre fine agli squilibri di potere alla base della pratica.
L’impegno a proteggere i bambini
I fondamentali diritti dei minori sono sanciti dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989, che all’articolo 1 riconosce ad ogni bambino - inteso come ogni essere umano minore di 18 anni - il diritto alla protezione da ogni forma di abuso, sfruttamento economico, lavorativo o sessuale, da violenze fisiche e mentali, nonché il diritto a non essere separato dalla famiglia contro la sua volontà.
Tali diritti sono ulteriormente specificati in 3 Protocolli opzionali alla Convenzione, su tratta di minori, prostituzione e pornografia minorile; sui bambini nei conflitti armati e sulle procedure di reclamo. Per la Convenzione, ciascun individuo o Stato ha responsabilità per la protezione di bambini e bambine da ogni forma di violenza, abuso o sfruttamento.
Tramite il programma di Protezione dell’Infanzia, l’UNICEF opera per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) dell'Agenda 2030, per Raggiungere parità di genere ed emancipazione femminile (OSS 5), Promuovere una crescita economica inclusiva e sostenibile (OSS 8), Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile, in linea con gli Articoli 19, 34 e 38 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Una bambina spacca le pietre nelle miniere di Pissy, a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso. L'UNICEF monitora i bambini che si trovano nella cava, fornendo loro beni essenziali, occupandosi dell'educazione dei bambini e tutelando le famiglie.
L’azione dell’UNICEF
Registrazione delle nascite, contrasto alle violenze di genere o sessuali, dei matrimoni precoci o forzati, delle mutilazioni genitali femminili, dello sfruttamento del lavoro minorile, della tratta di minori. Supporto contro i pericoli delle guerre e l’impiego dei bambini nei conflitti, assistenza per la salute mentale, psicosociale e per il ricongiungimento familiare dei minori soli, siano essi sfollati, rifugiati o migranti. Sostegno per una giustizia e a forme d’assistenza a misura di bambino. Questo il nostro lavoro attraverso il programma di Protezione dell’Infanzia.
Operando in queste complesse aree tematiche, lavoriamo con i governi, la società civile e il settore privato per un ambiente protettivo per l’infanzia e l’adolescenza, che protegga ogni bambino da abusi, sfruttamento e violenze.
La pandemia di COVID-19 ha avuto un grave impatto sui sistemi nazionali di protezione dell’infanzia, accrescendo i rischi legati alle differenze di genere e le disuguaglianze già esistenti. Per non vanificare i progressi duramente conquistati nel tempo, l'UNICEF opera bilanciando programmi di protezione e misure di risposta all’impatto socioeconomico del COVID-19.
Tra i risultati conseguiti nel 2021 in 153 paesi, abbiamo raggiunto con assistenza e protezione oltre 800 milioni di bambine e giovani donne contro le mutilazioni genitali femminili. Più di 7,6 milioni di ragazze adolescenti sono state supportate in 47 paesi con attività di prevenzione e assistenza contro il matrimonio infantile, 3 milioni tra genitori e persone con in cura minori assistiti con i programmi di educazione alla genitorialità sostenuti dall'UNICEF in 94 paesi.
In 129 paesi, abbiamo assistito più di 4,4 milioni di bambini vittime di violenze con servizi sanitari, di assistenza sociale e di giustizia. Dall’inizio della pandemia di COVID-19, un totale di 45.000 bambini sono stati rilasciati da forme di detenzione in 84 paesi, il numero più alto di sempre. In 81 paesi, più di 384.000 minori sono stati raggiunti con servizi di giustizia a misura di bambino.
Tra i risultati dell’UNICEF per la "Protezione dell’Infanzia" nel mondo
12milioni
tra bambini e adulti con minori assistiti per la salute mentale e con sostegno psicosociale
7,6 milioni
Ragazze adolescenti raggiunte con prevenzione e assistenza contro il matrimonio infantile
Nelle emergenze
Nelle emergenze operiamo per la protezione dei bambini più vulnerabili , come i bambini migranti, separati dai genitori, vittime di detenzione, o intrappolati in zone di conflitto o colpite da epidemie o disastri naturali.
L’UNICEF interviene su diversi piani, per rafforzare la capacità degli operatori sociali di prima linea, per l’assistenza ai minori rifugiati e migranti, ai bambini che vivono in strada, per l’assistenza psicosociale ai bambini vittime di guerre o calamità naturali, allestendo Spazi a misura di bambino e sostenendo il reinserimento sociale dei bambini associati a gruppi armati.
Nelle crisi umanitarie, ulteriormente aggravate dalla pandemia di COVID-19, abbiamo operato per la protezione dell’infanzia attraverso programmi d’emergenza, raggiungendo, tra i vari risultati, più di 8,4 milioni di bambini con assistenza per la salute mentale e supporto psicosociale in 111 paesi e 3,6 milioni tra genitori o adulti con in cura minori in un totale di 97 paesi.
In contesti di crisi, abbiamo supportato 13,9 milioni di donne, bambine e bambini contro la violenza di genere in 89 paesi e 61 milioni tra bambini ed adulti in 93 paesi contro abusi e sfruttamento sessuale. Oltre 52 milioni di bambini sono stati assistiti per i rischi di mine ed ordigni esplosivi in 21 paesi, 2,3 milioni di bambini in movimento con servizi di protezione integrati in 74 paesi, fossero essi minori sfollati, rifugiati o migranti.
Pagina aggiornata al 6 febbraio 2023
L’Azione Globale dell’UNICEF- Quadro dei Risultati_22/7/2022pdf / 1.16 Mb
DownloadL’Azione Globale dell’UNCEF- Quadro dei Risultati_30/7/2021pdf / 1.25 Mb
DownloadOgni bambino è protetto da violenze e sfruttamento – Programmi e Risultati UNICEF_30/7/2021pdf / 459 kb
DownloadLa Protezione dell'Infanzia. Da abusi, violenze e sfruttamento - Report Tematico_3/4/2018pdf / 2.45 Mb
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