HIV e AIDS
Nello sforzo globale di porre fine all'HIV e all'AIDS i bambini e gli adolescenti continuano a essere lasciati indietro. La maggior parte di loro contrae il virus dell’HIV durante la gravidanza, al momento del parto o tramite l’allattamento al seno e sono ancora troppo pochi quelli affetti da HIV in grado di accedere a test e terapie salvavita. Come risultato, centinaia di bambini e adolescenti continuano a morirne ogni giorno, con l’Africa Sub-sahariana che registra quasi il 90% di tutte le infezioni tra bambini e adolescenti e delle morti da AIDS.
Per interrompere il circolo vizioso delle nuove infezioni e dei decessi, i bambini, le loro madri e gli adolescenti devono essere sottoposti al test per l'HIV e alle relative terapie mediche. Una priorità assoluta per l'UNICEF è quella di affrontare i fattori strutturali - povertà, mancanza di istruzione e violenza - che espongono molte persone, in particolare le ragazze adolescenti e le giovani donne, al rischio di contrarre l'HIV, disuguaglianze che oggi la pandemia di COVID-19 sta aggravando ulteriormente.
2,78milioni
di bambini e adolescenti con HIV
120.000
i bambini e gli adolescenti morti per l'AIDS
15,4milioni
i minori che hanno perso uno o ambo i genitori per l'AIDS
La lotta all’HIV/AIDS
Nel 2020, almeno 300.000 nuovi casi di HIV sono stati registrati tra bambini e adolescenti, un bambino ogni 2 minuti, con un totale 2,78 milioni di casi. E nello stesso periodo, oltre 120.000 bambini e adolescenti hanno perso la vita a causa dell’AIDS, uno ogni 5 minuti. Questi solo alcuni dei dati drammatici rilasciati dall’ultimo rapporto dell’UNICEF HIV and AIDS Global Snapshot.
Dall'HIV/AIDS non si guarisce e non esiste vaccino: può essere prevenuto adottando comportamenti adeguati. Le persone che contraggono il virus HIV, divenendo sieropositive, non sono malate di AIDS: solo in assenza di terapie adeguate sono destinate a contrarlo.
La forza dell'HIV/AIDS risiede nell'ignoranza delle sue vittime. Conoscere la malattia e i modi in cui si trasmette è l'unica, vera protezione. L'HIV colpisce persone, fasce di età e culture diverse in modi differenti: ciò che funziona per delle ragazze adolescenti in una comunità rurale può non funzionare in una città, per ragazzi della stessa età o per chi fa uso di droghe. Per questo è vitale che i programmi siano mirati a seconda del contesto sociale e comunitario.
Contro contagi e mortalità infantile fondamentali sono la prevenzione della trasmissione da madre a figlio durante la gravidanza, il parto e l’allattamento, e le terapie pediatriche. Inoltre, un’assistenza mirata agli orfani dell’AIDS è essenziale, anche in termini di protezione.
Senza le cure necessarie, metà dei bambini affetti da HIV moriranno prima di compiere 2 anni.
UNICEF, Programma contro HIV/AIDS
Sebbene siano stati fatti considerevoli progressi nella prevenzione della trasmissione materno-infantile dell’HIV, la maggior parte dei bambini contrae il virus dell’HIV proprio durante la gravidanza, il parto o tramite l’allattamento al seno, soprattutto in assenza di diagnosi e cure antiretrovirali per la madre, per la prevenzione della trasmissione da madre a figlio.
I bambini sotto i 5 anni affetti da HIV corrono rischi più elevati di mortalità legata all’AIDS rispetto a bambini di altre fasce d’età. Gli adolescenti sono una categoria particolarmente a rischio, per i quali informazioni adeguate e comportamenti responsabili sono fondamentali.
L’Azione dell’UNICEF
L’UNICEF è impegnato a porre fine all’AIDS entro il 2030, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, sostenendo l'accesso ai servizi per l'HIV. Operiamo in oltre
La nostra azione è incentrata su 3 aree fondamentali:
La prevenzione della trasmissione madre-figlio del virus: per l’accesso delle donne con HIV a cure salvavita e di prevenzione della trasmissione madre-figlio durante la gravidanza, il parto o l’allattamento. Assistenza continua e diagnosi regolari possono prevenire la trasmissione del virus.
Le cure pediatriche dell’HIV: senza cure pediatriche la metà dei bambini con HIV rischia di morire prima del 2° anno. Diagnosi precoce e terapie immediate sono la priorità dell’UNICEF, che sta potenziando i punti di assistenza diagnostica e terapeutica – in particolare nell’Africa Sub-sahariana – dove i bambini sotto l’anno d’età ricevono diagnosi e cure nello stesso giorno. L’UNICEF opera inoltre per individuare i bambini non sottoposti a test o a cure regolari.
La sensibilizzazione degli adolescenti contro nuovi contagi: l’UNICEF sostiene una combinazione di interventi di carattere biomedico, comportamentale e strutturale, con soluzioni innovative come trattamenti pre-esposizione; test effettuati in proprio; attività di sensibilizzazione sui rischi di contagio, per comportamenti informati e consapevoli, e per l’accesso a diagnosi e cura.
Negli ultimi anni i progressi sono stati notevoli, ma non sufficienti. L’obiettivo è porre fine all’AIDS entro il 2030
85%
delle donne incinte affette da HIV a livello globale ricevono terapie antiretrovirali
24,7milioni
i ragazzi e le ragazze sottoposti dall’UNICEF a test per HIV
I risultati dell’UNICEF
Nonostante i risultati raggiunti nella prevenzione di nuove infezioni da HIV – a livello globale l'85% delle donne incinte malate di HIV ricevono terapie antiretrovirali, rispetto al 42% del 2010 – solo il 53% di tutti i bambini sotto i 18 anni affetti da HIV ricevevano nel 2019 terapie salvavita, e non si può ancora prevedere il pieno impatto del COVID-19 sulla prevenzione e terapia dell'HIV: con tutta probabilità, la difficoltà di accesso ai servizi, l’interruzione delle cure e l'aumento delle violenze di genere porteranno a una crescita di nuove infezioni da HIV nelle donne, nei bambini e nelle ragazze adolescenti.
Solo nel 2020, nonostante il COVID-19, abbiamo sottoposto a test per l’HIV più di 24,7 milioni di giovani adolescenti: 15 milioni le ragazze e 9,7 milioni i ragazzi beneficiari di test per l’HIV, condotti in sicurezza e nel completo anonimato.
Pagina aggiornata al 30 novembre 2021