Programmi

HIV e AIDS

Nello sforzo globale di porre fine all'HIV e all'AIDS i bambini e gli adolescenti continuano a essere lasciati indietro. La maggior parte di loro contrae il virus dell’HIV durante la gravidanza, al momento del parto o tramite l’allattamento al seno e sono ancora troppo pochi quelli affetti da HIV in grado di accedere a test e terapie salvavita. Come risultato, centinaia di bambini e adolescenti continuano a morirne ogni giorno, con l’Africa Sub-sahariana che registra ben l’86% di tutte le infezioni tra bambini e adolescenti e delle morti da AIDS.

Per interrompere il circolo vizioso delle nuove infezioni e dei decessi, i bambini, le loro madri e gli adolescenti devono essere sottoposti al test per l'HIV e alle relative terapie mediche. Una priorità assoluta per l'UNICEF è quella di affrontare i fattori strutturali - povertà, mancanza di istruzione e violenza - che espongono molte persone, in particolare le ragazze adolescenti e le giovani donne, al rischio di contrarre l'HIV, disuguaglianze che la pandemia di COVID-19 ha aggravato ulteriormente. Su questo versante, l’impegno dei leader africani per porre fine all’AIDS segna un passo avanti affinché tutti i bambini colpiti dall'HIV abbiano accesso a cure salvavita.

Gli ultimi dati disponibili (2021)

2,7milioni

di bambini e adolescenti con HIV

110mila

bambini e adolescenti morti per l'AIDS

14,9milioni

minori che hanno perso uno o ambo i genitori per l'AIDS

Ogni giorno, 301 bambini e adolescenti muoiono per cause legate all'AIDS

Nel 2021, almeno 310.000 nuovi casi di HIV sono stati registrati tra bambini e adolescenti, portando il numero totale a 2,7 milioni, e - nello stesso periodo - oltre 110.000 hanno perso la vita a causa dell’AIDS. Per la Giornata mondiale contro l'AIDS, l'UNICEF riporta uno stallo preoccupante dei progressi nella prevenzione e terapia dell'HIV per bambini, adolescenti e donne incinte, su livelli tuttora inferiori a quelli pre-COVID-19.

Dall'HIV/AIDS non si guarisce e non esiste vaccino: può essere prevenuto adottando comportamenti adeguati. Le persone che contraggono il virus HIV, divenendo sieropositive, non sono malate di AIDS: solo in assenza di terapie adeguate sono destinate a contrarlo. Le ragazze sono le più a rischio, con un tasso di nuovi contagi da HIV 3 volte superiore ai coetanei maschi: circa 3/4 di tutti i nuovi contagi tra gli adolescenti (il 77%) avvengono tra le ragazze. E ogni giorno che passa senza progressi, 301 bambini e adolescenti muoiono per cause legate all'AIDS.

Il grafico mostra come nel 2021 si siano registrate circa 160 mila nuove infezioni da HIV nei bambini di età compresa tra 0 e 9 anni, portando il numero totale di bambini che convivono con l'HIV a 1 milione.

Un aspetto positivo è il declino di circa il 52% delle nuove infezioni da HIV tra i bambini tra 0 e 14 anni a partire dal 2010, grazie alle misure di prevenzione della trasmissione madre-figlio in gravidanza o al parto.

Tuttavia, il numero di nuove infezioni da HIV tra gli adolescenti tra 10 e 19 anni (160 mila nel 2021) è diminuito al tasso più lento, di circa il 40%: gli adolescenti che in questa fascia d’età convivono con l'HIV è salito a 1,7 milioni.

La forza dell'HIV/AIDS risiede nell'ignoranza delle sue vittime

Conoscere la malattia e i modi in cui si trasmette è l'unica, vera protezione. L'HIV colpisce persone, fasce di età e culture diverse in modi differenti: ciò che funziona per delle ragazze adolescenti in una comunità rurale può non funzionare in una città, per ragazzi della stessa età o per chi fa uso di droghe. Per questo è vitale che i programmi siano mirati a seconda del contesto sociale e comunitario.

Sebbene siano stati fatti considerevoli progressi nella prevenzione della trasmissione materno-infantile dell’HIV, la maggior parte dei bambini contrae il virus dell’HIV proprio durante la gravidanza, il parto o tramite l’allattamento al seno, soprattutto in assenza di diagnosi e cure antiretrovirali per la madre, per la prevenzione della trasmissione da madre a figlio.

I bambini sotto i 5 anni affetti da HIV corrono rischi più elevati di mortalità legata all’AIDS rispetto a bambini di altre fasce d’età. Gli adolescenti sono una categoria particolarmente a rischio, per i quali informazioni adeguate e comportamenti responsabili sono fondamentali.

L’Azione dell’UNICEF

L’UNICEF è impegnato a porre fine all’AIDS entro il 2030, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, sostenendo l'accesso ai servizi per l'HIV. Operiamo in oltre 

La nostra azione è incentrata su 3 aree fondamentali:

La prevenzione della trasmissione madre-figlio del virus: per l’accesso delle donne con HIV a cure salvavita e di prevenzione della trasmissione madre-figlio durante la gravidanza, il parto o l’allattamento. Assistenza continua e diagnosi regolari possono prevenire la trasmissione del virus.

Le cure pediatriche dell’HIV: senza cure pediatriche la metà dei bambini con HIV rischia di morire prima del 2° anno. Diagnosi precoce e terapie immediate sono la priorità dell’UNICEF, che sta potenziando i punti di assistenza diagnostica e terapeutica – in particolare nell’Africa Sub-sahariana – dove i bambini sotto l’anno d’età ricevono diagnosi e cure nello stesso giorno. L’UNICEF opera inoltre per individuare i bambini non sottoposti a test o a cure regolari.

La sensibilizzazione degli adolescenti contro nuovi contagi: l’UNICEF sostiene una combinazione di interventi di carattere biomedico, comportamentale e strutturale, con soluzioni innovative come trattamenti pre-esposizione; test effettuati in proprio; attività di sensibilizzazione sui rischi di contagio, per comportamenti informati e consapevoli, e per l’accesso a diagnosi e cura.

Alla luce dello stallo dei progressi per l’infanzia nella lotta all’HIV/AIDS, e del crescente divario con gli adulti per le cure, UNICEF, UNAIDS e OMS hanno lanciato una nuova Alleanza Globale per prevenire nuove infezioni tra bambini e adolescenti e affinché, entro il 2030, nessun bambino affetto da HIV si veda negato le fondamentali terapie di cura.

La situazione aggiornata

Negli ultimi anni i progressi sono stati notevoli, ma non sufficienti. L’obiettivo è porre fine all’AIDS entro il 2030

1,24milioni

decessi infantili prevenuti dal 2000

70%

riduzione di nuove infezioni annuali tra i bambini sotto i 9 anni dal 2000

I risultati dell’UNICEF

Nonostante i risultati raggiunti nella prevenzione di nuove infezioni da HIV  – dal 2000 si è registrata una riduzione del 70% di nuove infezioni annuali tra i bambini sotto i 9 anni – solo il 54% di tutti i bambini sotto i 18 anni affetti da HIV hanno ricevuto nel 2021 terapie salvavita, e non si può ancora prevedere il pieno impatto del COVID-19 sulla prevenzione e terapia dell'HIV: con tutta probabilità, la difficoltà di accesso ai servizi, l’interruzione delle cure e l'aumento delle violenze di genere porteranno a una crescita di nuove infezioni da HIV nelle donne, nei bambini e nelle ragazze adolescenti.

Tra i risultati cui l’UNICEF ha contribuito, un totale di 1,24 milioni di decessi infantili sono stati prevenuti dal 2000. Nei 35 paesi prioritari che soffrono il peso più alto della malattia, abbiamo fornito supporto tecnico ed economico per la terapia e l’assistenza alle donne incinte e in allattamento e per i bambini e adolescenti che vivono con l'HIV, come per la prevenzione dell'HIV tra gli adolescenti, per la quale dal 2000 si è registrata una riduzione del 57% di nuove infezioni annuali.

Per contrastare l’impatto del COVID-19 sulla lotta all’HIV-AIDS, abbiamo supportato 48 paesi con assistenza tecnica ed economica mirata, e fornito presso i centri decentrati di assistenza più di 590.000 test per il COVID-19 tra il 2000 e il 2021.

Pagina aggiornata al 3 febbraio 2023

Documenti disponibili

L’Azione Globale dell’UNICEF- Quadro dei Risultati_22/7/2022pdf / 1.16 Mb

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L’Azione Globale dell’UNCEF- Quadro dei Risultati_30/7/2021pdf / 1.25 Mb

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Ogni bambino sopravvive e cresce sano – Programmi e Risultati UNICEF_30/7/2021pdf / 473 kb

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Sopravvivenza e sviluppo dell'infanzia - Quadro Tematico_24-9-2020pdf / 1.99 Mb

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