HIV e AIDS
Nello sforzo globale di porre fine all'HIV e all'AIDS i bambini e gli adolescenti continuano a essere lasciati indietro. La maggior parte di loro contrae il virus dell’HIV durante la gravidanza, al momento del parto o tramite l’allattamento al seno e sono ancora troppo pochi quelli affetti da HIV in grado di accedere a test e terapie salvavita. Come risultato, centinaia di bambini e adolescenti continuano a morirne ogni giorno: una delle zone più colpite dal virus è l’Africa subsahariana dove si verificano la maggior parte dei nuovi casi di infezione tra bambini e adolescenti.
Per interrompere il circolo vizioso delle nuove infezioni e dei decessi, i bambini, le loro madri e gli adolescenti devono essere sottoposti al test per l'HIV e alle relative terapie mediche. Una priorità assoluta per l'UNICEF è quella di affrontare i fattori strutturali - povertà, mancanza di istruzione e violenza - che espongono molte persone, in particolare le ragazze adolescenti e le giovani donne, al rischio di contrarre l'HIV.
La lotta all’HIV/AIDS
Nel 2018 sono stati registrati 2,8 milioni di casi di HIV tra bambini e adolescenti, di cui 360.000 contratti in un solo anno.
Dall'HIV/AIDS non si guarisce e non esiste vaccino: può essere prevenuto adottando comportamenti adeguati. Le persone che contraggono il virus HIV, divenendo sieropositive, non sono malate di AIDS: solo in assenza di terapie adeguate sono destinate a contrarlo. Tristemente, soltanto il 54% dei bambini e degli adolescenti colpiti dall’infezione ha accesso a terapie per l'HIV.
La forza dell'HIV/AIDS risiede nell'ignoranza delle sue vittime. Conoscere la malattia e i modi in cui si trasmette è l'unica, vera protezione. L'HIV colpisce persone, fasce di età e culture diverse in modi differenti: ciò che funziona per delle ragazze adolescenti in una comunità rurale può non funzionare in una città, per ragazzi della stessa età o per chi fa uso di droghe. Per questo è vitale che i programmi siano mirati a seconda del contesto sociale e comunitario.
Contro contagi e mortalità infantile fondamentali sono la prevenzione della trasmissione da madre a figlio durante la gravidanza, il parto e l’allattamento, e le terapie pediatriche. Inoltre, un’assistenza mirata agli orfani dell’AIDS è essenziale, anche in termini di protezione.
2,8milioni
di bambini e adolescenti con HIV
9su 10
nell'Africa subsahariana
120.000
quelli morti per l'AIDS
Senza le cure necessarie, metà dei bambini affetti da HIV moriranno prima di compiere 2 anni.
UNICEF, Programma contro HIV/AIDS
Sebbene siano stati fatti considerevoli progressi nella prevenzione della trasmissione materno-infantile dell’HIV, la maggior parte dei bambini contrae il virus dell’HIV proprio durante la gravidanza, il parto o tramite l’allattamento al seno, soprattutto in assenza di diagnosi e cure antiretrovirali per la madre, per la prevenzione della trasmissione da madre a figlio.
I bambini sotto i 5 anni affetti da HIV corrono rischi più elevati di mortalità legata all’AIDS rispetto a bambini di altre fasce d’età. Gli adolescenti sono una categoria particolarmente a rischio, per i quali informazioni adeguate e comportamenti responsabili sono fondamentali.
Negli ultimi anni i progressi sono stati notevoli. L’obiettivo è porre fine all’AIDS entro il 2030
13paesi
in cui la trasmissione materno-infantile di HIV è stata eliminata
22milioni
i ragazzi e le ragazze sottoposti dall’UNICEF ai test per HIV
L’Azione dell’UNICEF
L’UNICEF è impegnato a porre fine all’AIDS entro il 2030, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, sostenendo l'accesso ai servizi per l'HIV.
La nostra azione è incentrata su 3 aree fondamentali:
La prevenzione della trasmissione madre-figlio del virus: per l’accesso delle donne con HIV a cure salvavita e di prevenzione della trasmissione madre-figlio durante la gravidanza, il parto o l’allattamento. Assistenza continua e diagnosi regolari possono prevenire la trasmissione del virus.
Le cure pediatriche dell’HIV: senza cure pediatriche la metà dei bambini con HIV rischia di morire prima del 2° anno. Diagnosi precoce e terapie immediate sono la priorità dell’UNICEF, che sta potenziando i punti di assistenza diagnostica e terapeutica – in particolare nell’Africa Sub-sahariana – dove i bambini sotto l’anno d’età ricevono diagnosi e cure nello stesso giorno. L’UNICEF opera inoltre per individuare i bambini non sottoposti a test o a cure regolari.
La sensibilizzazione degli adolescenti contro nuovi contagi: l’UNICEF sostiene una combinazione di interventi di carattere biomedico, comportamentale e strutturale, con soluzioni innovative come trattamenti pre-esposizione; test effettuati in proprio; attività di sensibilizzazione sui rischi di contagio, per comportamenti informati e consapevoli, e per l’accesso a diagnosi e cura.
I risultati dell’UNICEF
Solo nel 2019 abbiamo sottoposto al test per l’HIV 13,5 milioni di ragazze e 9 milioni di ragazzi. Gli sforzi profusi per prevenire la trasmissione dell'HIV da madre a figlio hanno prodotto un incremento del 4% di le donne curate in gravidanza con terapie antiretrovirali.
Alcuni paesi stanno compiendo notevoli progressi nel fermare il contagio dell'HIV da madre a figlio. Botswana, Malawi, Namibia, Uganda e Zimbabwe stanno sottoponendo il 95% delle donne in gravidanza con HIV a terapie antiretrovirali e sono sulla buona strada per eliminare la trasmissione dell'HIV da madre a figlio, mentre lo Sri Lanka è entrato nell’elenco dei 13 paesi che hanno ottenuto il riconoscimento da parte dell'OMS per aver eliminato la trasmissione materno-infantile dell'HIV.
UNICEF - L’IMPATTO DI HIV E AIDS SU INFANZIA E ADOLESCENZA_29-11-2019pdf / 205 kb
DownloadUNICEF - Sopravvivenza e sviluppo dell'infanzia - Report Tematico_26-9-2019pdf / 1.47 Mb
DownloadUNICEF - Sopravvivenza e sviluppo dell'infanzia - Quadro di sintesi_26-6-2019pdf / 775 kb
DownloadL'Azione Globale dell'UNICEF - Programmi e Risultati - Report Tematico_26-7-2019pdf / 3.57 Mb
DownloadL'Azione Globale dell'UNICEF - Quadro di sintesi_26-7-2019pdf / 1.63 Mb
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