Bambini in fuga
Senza casa, senza famiglia, senza radici: pur sempre bambini
Milioni di bambini sono in fuga. Molti sono costretti ad abbandonare la propria casa a causa di guerre, povertà o calamità provocate dai cambiamenti climatici. Troppi affrontano pericoli, privazioni e discriminazioni lungo il loro viaggio, o restano vittime di detenzione solo perché migranti.
Un bambino rifugiato è un bambino costretto alla fuga in un paese straniero, nella speranza, quando vi riesce, di ottenerne asilo. Un bambino sfollato è costretto ad abbandonare la propria casa, in fuga all’interno del suo stesso paese. Un bambino migrante lascia la famiglia e la sua terra per una condizione di miseria, nella speranza di un futuro migliore.
Tutti corrono molti rischi sia durante gli spostamenti, sia una volta giunti a destinazione: violenza, abusi, sfruttamento e discriminazioni sono solo alcuni dei rischi che affrontano. Privati di un’educazione e cure mediche appropriate, spesso non si sentono accettati nelle comunità di arrivo, con difficoltà a imparare una nuova lingua e integrarsi in una nuova cultura. Problematiche che hanno effetti fisici e psicologici di lungo periodo, e che impediscono ai bambini in movimento di sfruttare il loro pieno potenziale.
Questo dramma, oggi, è sotto gli occhi di tutti per l’emergenza in Ucraina, causata da una guerra sconvolgente che in Europa ha generato la crisi dei rifugiati in più rapida crescita dalla Seconda Guerra Mondiale, di cui vittime sono al 90% donne e bambini.
43,3milioni
I bambini in fuga nel mondo
17,5milioni
Sono bambini rifugiati o richiedenti asilo
25,8milioni
Sono bambini sfollati nei loro stessi paesi
Oltre 43,3 milioni di bambini sotto i 18 anni sono in fuga da guerre e atrocità, emergenze e disastri climatici, un numero raddoppiato nell’ultimo decennio, e che ancora non tiene conto delle crisi del 2023, come per il dramma in Sudan. Al volgere del 2022, 17,5 milioni di bambini risultavano rifugiati e richiedenti asilo in paesi stranieri, 25,8 milioni sfollati nel proprio paese. Tra questi, 2 milioni di bambini ucraini rifugiati nei paesi di arrivo e 1 milione sfollati in Ucraina dalla guerra.
A causa dei disastri climatici, oltre 43,1 milioni di bambini sono rimasti sfollati in 6 anni e almeno 96 milioni vi sono a rischio nei prossimi 30, secondo la prima analisi globale operata dall’UNICEF sui bambini in fuga per i cambiamenti climatici, che sempre più influenzano i movimenti di popolazioni. Oltre ai bambini in fuga da violenze e disastri naturali, molti altri sono costretti a vivere da migranti internazionali, per miseria e povertà: 36 milioni i minori, su 281 milioni di migranti internazionali nel 2020.
Oggi ci sono più bambini bisognosi di assistenza umanitaria che in qualsiasi altro momento della storia recente. Devono fare i conti con un mix letale di crisi: conflitti, sfollamento e migrazioni, epidemie e malnutrizione crescenti; il cambiamento climatico aggrava tali crisi scatenandone di nuove.
Catherine Russell, Direttrice Generale UNICEF
L'intervento dell’UNICEF nel mondo: le “Regioni Operative"
Nel mondo, l’UNICEF opera attraverso programmi di emergenza e di sviluppo attuati da Uffici Regionali e Uffici Paese in 7 aree geografiche d’intervento - Europa e Asia Centrale (ECARO), Medioriente e Nord Africa (MENARO), Africa Occidentale e Centrale (WCARO), Africa Orientale e Meridionale (ESARO), Asia Meridionale (ROSA), Asia Orientale e Pacifico (EAPRO), America latina e Caraibi (LACRO) – affinché nessun bambino sia lasciato indietro.
Nelle crisi umanitarie, pianifichiamo anno per anno le nostre strategie, obiettivi e risultati prefissati, nel quadro del Rapporto sull’Azione Umanitaria dell’UNICEF, che ricomprende tutti gli Appelli d’Emergenza che l’UNICEF lancia ogni anno con piani di intervento per paesi e contesti di crisi.
Di seguito solo alcuni degli Appelli d’Emergenza UNICEF per le crisi umanitarie cui diamo risposta nel mondo. Causate da conflitti o tensioni politico-sociali, cambiamenti climatici e catastrofi naturali, epidemie e crisi nutrizionali – e tutte acuite dalla Nuova Normalità del COVID-19 – sono solo alcune delle emergenze all’origine di movimenti di massa di rifugiati e migranti tra paesi e regioni e di sfollati all’interno di singoli stati, e che costringono i Bambini in Fuga.
Europa e Asia Centrale
Nella regione operativa Europa e Asia Centrale interveniamo per proteggere i diritti di bambini e adolescenti in 21 paesi e territori attraverso Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Ginevra, in Svizzera. In tutti i contesti, diamo priorità ai bambini più vulnerabili, per garantirne il sano sviluppo e che nessun bambino sia lasciato indietro.
La pandemia di COVID-19 e la guerra in Ucraina hanno avuto un impatto negativo sulla povertà infantile, sulla disuguaglianza di reddito, sui mezzi di sussistenza e sulla sicurezza alimentare. Il rischio sono conseguenze umanitarie regionali per l'aumento della povertà, in una regione con 10,8 milioni di bambini disabili, la riduzione della coesione sociale e l'aumento dell'afflusso di migranti e rifugiati. Fattori che hanno un impatto diffuso in tutta la regione, dove 1 bambino su 2 è esposto ad alte frequenze di ondate di calore per i cambiamenti climatici, il doppio della media globale, e che ogni settimana registra la morte di 90 bambini con meno di 1 anno per l’inquinamento dell’aria.
Di seguito le principali emergenze che stiamo affrontando in Europa: per la guerra in Ucraina, e dei rifugiati in fuga dal paese, e la crisi dei migranti e rifugiati che si riversano in Europa a causa di guerre e povertà in Africa, Medioriente ed Asia. Tra i paesi di intervento, per la risposta ad un’emergenza senza precedenti dalla Seconda Guerra Mondiale, il nostro paese: per l’accoglienza e l’inclusione dei Bambini in Fuga da guerre, persecuzioni e povertà.
Armenia: bambini in fuga nel paese
Oltre 30.000 i bambini di etnia armena in fuga dal crescendo di violenze nelle loro comunità di origine, su più di 100.600 persone arrivate in Armenia tra il 24 settembre ed inizio ottobre. Sfollati dalle loro case e comunità, e costretti a rifugiarsi in Armenia, molti bambini versano in condizioni di forte vulnerabilità e richiedono protezione mirata, come i bambini soli o separati dai genitori, quelli che si trovavano in istituti d’accoglienza o i bambini con disabilità. Tra le priorità, il loro alloggio, il cibo e il supporto nutrizionale, le cure mediche e il vestiario, il necessario per l'igiene, ma anche il sostegno psicosociale e per la salute mentale. Delle 196.00 persone in bisogno d’assistenza umanitaria, oltre 52.800 sono bambini e adolescenti sotto i 18 anni.
L'afflusso di rifugiati in Armenia è stato così improvviso e consistente che per molti versi ha sconvolto la vita delle comunità ospitanti, con almeno 95.000 persone delle comunità locali che si stima avranno bisogno di assistenza umanitaria.
I bambini rifugiatisi in Armenia già soffrivano gli effetti di una difficile situazione umanitaria nella loro regione di origine, con molti già traumatizzati o con segni di malnutrizione. Le famiglie in fuga dalle operazioni militari hanno ora perso le loro fonti di reddito - ridotte in condizioni che ne mettono a dura prova le capacità di provvedere al loro bisogni primari, anche in prospettiva dell’inverno - i bambini l’accesso a scuola e all’istruzione.
In risposta all’emergenza in atto, come UNICEF miriamo a raggiungere oltre 80.000 persone con assistenza umanitaria attraverso i settori di intervento in cui operiamo, inclusi almeno 35.000 bambini sotto i 18 anni. Tra i nostri obiettivi, fornire spazi sicuri, centri di protezione e di supporto per 45.000 persone; sostenere 30.000 famiglie con misure di assistenza sociale per i loro bisogni primari; raggiungere oltre 80.000 persone con messaggi di prevenzione dei rischi e per l'accesso ai servizi essenziali.
Tra le priorità di intervento, assicurare cure mediche a 15.000 tra bambini e persone che li hanno in cura, assistendone 8.000 con consultorio e supporto nutrizionale. Per la protezione dell’infanzia, forniremo sostegno psicosociale e per la salute mentale a 25.000 tra bambini e adulti che se ne occupano. Per garantire il diritto e la continuità dell’istruzione, sosterremo l’accesso di 25.000 bambini all'istruzione ordinaria o informale, inclusa l’educazione nella prima infanzia.
Per il supporto agli interventi programmati, l’Appello d’Emergenza UNICEF stima necessari 12,6 milioni di dollari, di cui 7,1 milioni per il 2023 e 5,5 milioni per il 2024. Tali fondi, urgentemente necessari, permetteranno un’assistenza umanitaria integrata, tra cui forniture di emergenza, sussidi in denaro, servizi essenziali nei vari settori d’emergenza, assistenza tecnica alle controparti istituzionali.
ARMENIA - Appello d'Emergenza UNICEF 2023-2024_HAC_Ottobre 2023pdf / 673 kb
DownloadMedioriente e Nord Africa
Nella regione operativa Medioriente e Nord Africa interveniamo intervento attraverso 16 Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Amman, in Giordania, in un conteso segnato da disparità e disuguaglianze, che accomunano alcuni dei paesi tra i più ricchi del mondo ad altri alle prese con povertà e sconvolti conflitti diffusi.
Nella regione, conflitti prolungati, cambiamenti climatici e disastri naturali, instabilità politica e sociale minacciano la vita e il benessere dei bambini: 50 milioni, tra cui 6,4 milioni di rifugiati e circa 6,4 milioni di bambini sfollati nei loro paesi, hanno bisogno di assistenza umanitaria, 4,3 milioni sono privi di una sola dose di vaccino per il morbillo.
Sul campo, lavoriamo attraverso i nostri programmi di intervento in 16 paesi e territori, rispondendo ad alcune tra le più gravi emergenze al mondo per Bambini in Fuga, come quella dei rifugiati siriani, dei rifugiati e migranti in movimento dalla Libia verso l’Europa, degli sfollati in Yemen a causa della guerra e dei bambini vittime delle violenze nello Stato di Palestina. E per le conseguenze dei devastanti terremoti che hanno sconvolto sud-est della Turchia e nord-ovest della Siria a febbraio e a settembre il Marocco – per cui siamo pronti a dare assistenza - e del crescendo di violenze di cui bambini e famiglie sono vittime in Sudan.
Sudan: bambini e famiglie vittime del crescendo di violenze
Bambini e famiglie sono le prime vittime delle violenze scoppiate il 15 aprile tra le Forze Armate Sudanesi (SAF) e i paramilitari delle Forze di Supporto Rapido (RSF), che hanno sconvolto la capitale Khartum, gli stati del Darfur e del Nord Kordofan, con conseguenze sui servizi essenziali in tutto il Sudan. La situazione già disastrosa prima delle violenze, risulta ora su livelli catastrofici: 13,6 milioni i bambini in disperato bisogno di aiuto, un numero mai registrato nel paese, su 24,7 milioni di persone che necessitano assistenza, 4,2 milioni le donne e le bambine a rischio violenze sessuali. Almeno 3 milioni i bambini in fuga - un dato che fa del Sudan la prima emergenza al mondo per bambini sfollati - 19 milioni quelli privati della scuola, 700.000 in pericolo di vita per malnutrizione e decine di migliaia per violenze brutali che rendono sempre più drammatico il bilancio dell’emergenza.
Nonostante diversi Cessate il fuoco temporanei, ostilità e combattimenti mettono a rischio milioni di bambini, intrappolati nel fuoco incrociato o in fuga dalle loro case, sfollati nel paese o rifugiati in quelli vicini. Attacchi indiscriminati contro ospedali, scuole e servizi essenziali hanno colpito anche gli operatori umanitari, con veicoli e forniture – compresi quelli UNICEF – saccheggiati o distrutti. Grazie a presenza e partenariati sul campo, la risposta UNICEF è stata immediata, incluso a Khartum e nel Darfur, che sopporta oltre la metà delle violenze sui bambini. Nonostante tutto, l’UNICEF continua a operare in Sudan fornendo aiuti sanitari e nutrizionali, idrici e igienico-sanitari, per la protezione dell’infanzia e l’istruzione.
Per il Sudan, il 30 maggio l’UNICEF ha aggiornato l’Appello d’Emergenza per assistere nel 2023 oltre 11,9 milioni di persone, di cui 9,4 milioni sono bambini: inclusi 620.000 bambini in pericolo di vita per malnutrizione, 3,2 milioni tra madri e bambini per la salute, 4 milioni di persone per l’acqua e l’igiene, 349.200 con protezione per la salute mentale e supporto psicosociale, 3,4 milioni di bambini con aiuti per l’istruzione.
Attraverso un Piano di risposta integrata, insieme al Sudan stiamo sostenendo interventi d’emergenza nei paesi d’arrivo dei rifugiati, per l’assistenza a bambini e famiglie fuggiti dalle violenze. In Sudan, la priorità è supportare ospedali e centri sanitari con vaccini, aiuti medici e contro la malnutrizione, la distribuzione d’acqua e forniture per l’igiene, la protezione dei bambini da violenze e abusi, sostenere misure di istruzione d’emergenza, fornire sussidi in denaro per donne e sfollati. Nei paesi d’arrivo, misure d’assistenza mirate per salute e nutrizione, acqua e igiene, protezione dell’infanzia ed istruzione sono dirette a bambini e famiglie in fuga dalle violenze.
L’Appello d’Emergenza UNICEF per il Sudan stimava necessari 584,6 milioni di dollari già prima dell’ultima crisi, a causa della quale è stato aggiornato a 837,6 milioni per il 2023. Per i paesi d’arrivo, i fondi i fondi immediatamente necessari ammontano a 52,2 milioni di dollari, in aggiornamento in base all’evoluzione della situazione sul campo, con la riposta dispiegata attraverso i programmi d’emergenza UNICEF per Ciad, Egitto, Etiopia, Libia, Repubblica Centrafricana e Sud Sudan.
Il terremoto che ha sconvolto la Turchia. E il suo impatto in Siria.
I 2 devastanti terremoti di magnitudo 7,7 e 7,6 che il 6 febbraio hanno sconvolto 10 province del sud-est della Turchia hanno ridotto più di 9,1 milioni di persone in bisogno di assistenza umanitaria: di queste, oltre 4 milioni sono bambini bisognosi aiuto immediato. Gravissime le conseguenze umanitare, per cui l’UNICEF sta sostenendo interventi di risposta sul campo.
Drammatico anche l’impatto nel nord-ovest della Siria, in un’area dove 4,5 milioni di siriani erano già in condizioni di emergenza, con il 91% che necessita ora assistenza umanitaria e un totale di 7 milioni di bambini che in tutto il paese versano in bisogno d’aiuto a causa del conflitto e per gli effetti del terremoto.
In Turchia, milioni di persone sono rimaste sfollate per la distruzione delle loro case: oltre 2,6 milioni gli sfollati dal disastro, tra cui circa 700.000 bambini, costretti a vivere in tende, insediamenti informali e centri di accoglienza. Tra le popolazioni colpite in Turchia, oltre 1,8 milioni di rifugiati siriani, in condizioni che erano già insopportabili: tra di loro, più di 816.900 sono bambini estremamente vulnerabili.
Per la risposta umanitaria in Turchia, abbiamo aggiornato l’iniziale Appello d’Emergenza, per raggiungere 5,6 milioni di persone, di cui ben 4 milioni sono bambini, con assistenza integrata. Tra i nostri obiettivi, supportare 2 milioni di persone con acqua sicura e 1,2 milioni di bambini con accesso alle vaccinazioni, sostenere almeno 100.000 sessioni di consultorio nutrizionale per bambini e adulti che li hanno in cura. Per alleviare i traumi del disastro, raggiungeremo con sostegno psicosociale e per la salute mentale 1 milione tra bambini e adulti con minori, 2,8 di bambini per l’istruzione ordinaria e informale, 500.000 famiglie con sussidi d’emergenza in denaro supportati dall’UNICEF.
L’Appello d’Emergenza UNICEF aggiornato per la Turchia stima necessari per il 2023 un totale di 196 milioni di dollari, per la risposta alle conseguenze del terremoto nel paese attraverso tutti i settori di intervento UNICEF. Per la Siria, gli interventi per il terremoto sono stati integrati nei programmi di risposta per l’emergenza nel paese, nel quadro dell’Appello UNICEF aggiornato, che per il 2023 stima necessari 468,5 milioni di dollari.
Turchia - Appello d’Emergenza UNICEF_HAC Maggio 2023pdf / 661 kb
DownloadLa crisi dei rifugiati siriani: tra le più gravi al mondo
Dopo 12 anni di conflitto, la crisi dei rifugiati siriani rimane la più grande al mondo per persone in fuga dalle loro terre. Oltre 5,4 milioni di rifugiati risultano registrati in Egitto, Iraq, Giordania, Libano e Turchia, di cui 2,6 milioni sono bambini con meno di 18 anni. Se con i rifugiati si considerano le comunità che li ospitano nei vari paesi, più di 21 milioni di persone sono bisognose di assistenza umanitaria: 8,6 milioni sono bambini sotti i 18 anni. Un dramma ora ancor più amplificato dal terremoto del 6 febbraio in Turchia e Siria.
Nei 5 paesi limitrofi più colpiti dall’emergenza, l'UNICEF opera per assistere sia bambini rifugiati che vivono nei campi, in insediamenti informali e in contesti urbani sia i bambini delle comunità ospitanti, la cui vulnerabilità è aggravata dagli effetti dei cambiamenti climatici. In particolare, l'aggravarsi della crisi idrica e malattie come il colera stanno avendo un grave impatto sulla salute e sui mezzi di sussistenza di famiglie e bambini, aggravandone la vulnerabilità.
Per il 2023, miriamo ad assistere 4,2 milioni di persone, di cui 3 milioni bambini sotto i 18 anni: attraverso interventi per l’istruzione, l’accesso ad acqua e servizi igienico-sanitari, per la protezione dell'infanzia, la salute, la nutrizione e per la protezione sociale, con attività mirate per adolescenti e giovani. Insieme a tale risposta, l’UNICEF opera interventi d’emergenza sia in Siria sia nei paesi europei ad alto e medio reddito che ospitano i rifugiati giunti in Europa sin dal 2015 lungo la rotta del Mediterraneo orientale.
Tra i nostri obiettivi nei 5 paesi più direttamente colpiti, vi è raggiungere 1,8 milioni di bambini e donne con assistenza medica, 594.500 persone con accesso a quantità e qualità d'acqua adeguate, 369.100 tra bambini e adulti con servizi per salute mentale e di sostegno psicosociale, 1,7 milioni di bambini con supporto per l’istruzione ordinaria o informale, incluso per la prima infanzia. Dopo 12 anni di guerra, la risposta dell’UNICEF è stata diretta tanto in Siria che all’assistenza dei rifugiati nei paesi d’accoglienza.
Per i programmi nei 5 paesi limitrofi la Siria, l’Appello d’Emergenza UNICEF per il 2023 prevede necessari 867,3 milioni di dollari: per la risposta ai bisogni immediati sia dei rifugiati siriani che persone vulnerabili delle comunità ospitanti.
RIFUGIATI SIRIANI -Appello d’Emergenza UNICEF_HAC 2023pdf / 4.49 Mb
DownloadLibia: i bambini sfollati, rifugiati e migranti i più vulnerabili
In Libia crisi politica, economica e conflitti interni alimentano un’instabilità di cui le popolazioni sfollate e migranti sono le prime vittime. Nel paese, l’eredità del conflitto ha ricadute significative sui servizi essenziali, in particolare della sanità, di protezione sociale ed istruzione. Quasi 526.000 persone, tra cui circa 200.000 bambini, erano stimate in bisogno di assistenza umanitaria per il 2023, con quelli in movimento tra i più vulnerabili. Un dato drammaticamente cresciuto per la catastrofe provocata dalla tempesta Daniel nella Libia orientale: almeno 4.300 i morti, 8.500 i dispersi e oltre 42.000 gli sfollati; 884.000 le persone in bisogno d’aiuto, tra cui 353.000 bambini.
Nonostante il conflitto e le condizioni di instabilità, per migranti e richiedenti asilo la Libia rimane sia un paese di destinazione che la rotta per l'Europa: circa 650.000 i migranti e i rifugiati, tra cui 78.000 bambini sotto i 18 anni; 160.000 le persone sfollate nel paese. Bengasi, Misurata, Tripoli e Sirte i centri con il maggior numero di rifugiati e migranti. Persone e bambini che, insieme alle comunità coinvolte, risultano ora tra i più esposti alle conseguenze della tempesta che ha sconvolto il paese, per cui l’UNICEF ha subito avviato la risposta d’emergenza.
Donne e bambini, sfollati, rifugiati o migranti, corrono gravi rischi per la loro incolumità fisica e di protezione, soprattutto a causa delle reti di trafficanti d’esseri umani e organizzazioni criminali. I minori sfollati, rifugiati o migranti – sia stanziali che in transito – sono esposti a pericoli specifici, di separazione familiare o per le condizioni di detenzione terribili, con bambini e donne tra i soggetti più vulnerabili.
Per il 2023 l’obiettivo fissato prima del disastro causato dalla tempesta Daniel era raggiungere con assistenza umanitaria più di 351.350 persone, tra cui oltre 121.700 bambini sotto i 18 anni. Tra gli obiettivi specifici, sostenere oltre 170.000 tra bambini e adulti con servizi per la salute mentale e di supporto psicosociale, assistere circa 93.100 bambini per l’accesso all’istruzione ordinaria o informale, incluso per la prima infanzia, 50.000 persone con acqua in quantità e qualità adeguate, 3.000 famiglie con sussidi d’emergenza in denaro.
Più di 884.000 le vittime l’ultima crisi, tra cui 353.000 bambini bisognosi d’assistenza: come risposta, 250.000 persone sono destinatarie di interventi per salute e nutrizione ed acqua e igiene, di cui 75.000 bambini; interventi di protezione ed istruzione sono rivolti a 75.000 bambini, sussidi in denaro sono diretti a 45.000 persone, inclusi 13.500 bambini.
L’Appello d’Emergenza UNICEF per la Libia prevedeva necessari per il 2023 oltre 28,6 milioni di dollari, per consentire interventi umanitari in settori fondamentali per l’assistenza alle popolazioni più vulnerabili, sia del paese che rifugiate e migranti. Per la risposta alla tempesta Daniel, le stime iniziali di 6,5 milioni di dollari sono state aggiornate, per un appello di 26,5 milioni di dollari sia per interventi d’emergenza che di recupero sino al giugno 2024.
Marocco: un paese sconvolto dal terremoto
Il terremoto di magnitudo 6,8 che l'8 settembre ha colpito il Marocco poco dopo le 23, quando bambini e famiglie erano a casa a dormire, ha sconvolto la vita di oltre 300.000 persone nell’area tra Marrakech e le montagne dell'Alto Atlante, epicentro del sisma. Secondo le prime notizie, circa 100.000 bambini sono stati colpiti dal potente terremoto, il più forte evento sismico che abbia colpito il Regno dal 1960.
Le prime stime, aggiornate al 14 settembre, riportano più di 2.940 persone uccise ed oltre 2.670 ferite, tra cui molti bambini. Circa 2 milioni di persone, tra cui quasi 674.900 bambini, vivono nelle aree colpite, in molti casi aree montuose difficilmente raggiungibili, dove il rischio di danni è più alto. Molte famiglie e bambini sono rimasti sfollati, esposti alle intemperie in un periodo dell'anno in cui le temperature calano decisamente durante la notte.
Migliaia di case, ospedali, centri sanitari e infrastrutture essenziali risultano danneggiate o distrutte, tra cui – secondo le prime informazioni - almeno 50.000 abitazioni, 530 scuole e 55 collegi. Bambini e famiglie colpite avranno bisogno di riparo, acqua sicura, assistenza medica e supporto nutrizionale. I servizi di protezione dell'infanzia, incluso di supporto psicosociale, saranno fondamentali per lenire i traumi subiti. Fondamentale sarà la ricostruzione delle infrastrutture scolastiche distrutte e il ritorno a scuola dei bambini.
L'UNICEF fornisce assistenza ai bambini del Marocco dal 1957, opera sul campo attraverso un Ufficio Paese aperto nel 1978 ed attualmente sostiene programmi di sviluppo su base nazionale, con particolare attenzione alle aree rurali e all’accesso a servizi sociali inclusivi di qualità. Per il terremoto, l’UNICEF ha già mobilitato il personale umanitario per sostenere la risposta immediata sul campo, guidata dal Regno del Marocco.
In stretto coordinamento con le autorità e i partner delle Nazioni Unite, l'UNICEF è pronto a sostenere la risposta umanitaria per raggiungere i bambini e le famiglie colpite con forniture e servizi essenziali, in base alle richieste del Regno del Marocco.
Poco fuori da un Informal Tended Settlement nella zona di Jizeh, in Giordania, Khaled Suleiman, 12 anni, bada al gregge di famiglia. Sono settantamila i rifugiati siriani che ancora non ricevono un’istruzione.
Africa Occidentale e Centrale
Nella regione Africa Occidentale e Centrale, operiamo attraverso 24 Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Dakar, in Senegal, con programmi contro la mortalità infantile, per promuovere lo sviluppo dell’infanzia, garantire l’accesso all’acqua e all’igiene, migliorare l’istruzione dei bambini, responsabilizzare e proteggere gli adolescenti, costruire resilienza e inclusione sociale.
La regione, che ospita oltre 400 milioni di persone, metà delle quali bambini, sperimenterà nei prossimi decenni un forte aumento della popolazione infantile e giovanile, una transizione demografica che offre opportunità di sviluppo: oggi i bambini africani sono tra i più a rischio per i cambiamenti climatici, ma tristemente trascurati dai flussi di finanziamento necessari per il clima e l’ambiente.
Conflitti molteplici e brutalità diffuse sono causa di spostamenti di popolazioni su larga scala, con emergenze sanitarie, insicurezza alimentare e crisi climatiche che aumento i rischi per l’infanzia. Solo per le violenze nel Sahel e negli stati confinanti 14 milioni di bambini sono in pericolo, 16,8 milioni sono a rischio per malnutrizione, mentre 190 milioni soffrono per la catastrofe idrica che affronta la regione, dove ben 11 paesi sono in emergenza. Come quella dimenticata nella Repubblica Democratica del Congo, quella del Mali tra violenze e cambiamenti climatici, o quella in diverse regioni della Nigeria. Solo alcune delle crisi che costringono i Bambini in Fuga.
Repubblica Democratica del Congo: tra le emergenze più complesse al mondo
La Repubblica Democratica del Congo è tra le crisi umanitarie più complesse e prolungate al mondo. Oltre 26,4 milioni di persone, tra cui 15,4 milioni di bambini, sono vittime di conflitti armati, violenze e focolai epidemici ricorrenti, che aggravano una povertà cronica, fragilità sistemiche e la vulnerabilità estrema della popolazione.
Il paese, che nel 2022 risultava il 2° al mondo per sfollamento di popolazioni, affronta oggi la più grave crisi di sfollati dell'Africa, con oltre 6,3 milioni di persone sfollate, di cui più di 1,5 milioni nel Nord Kivu, Sud Kivu e Ituri: 800.000 sono bambini, ora ancora più a rischio per la peggiore epidemia di colera dal 2017. Terribili le violenze sui bambini nel paese, che registra livelli record di gravi violazioni sull’infanzia nei conflitti.
RD CONGO - Appello d’Emergenza UNICEF_HAC 2023pdf / 1.09 Mb
DownloadMali: un’emergenza multidimensionale
Il Mali vive una crisi multidimensionale alimentata da fenomeni combinati quali insicurezza diffusa, conflitti e instabilità sociopolitica, cambiamenti climatici e le conseguenze della guerra in Ucraina. Oltre 8,8 milioni le persone colpite e in bisogno di assistenza umanitaria: 4,7 milioni sono bambini sotto i 18 anni.
Gravi le violazioni dei diritti dell’infanzia in Mali, dove lo sfollamento rimane tra le prime preoccupazioni del paese: oltre 375.500 gli sfollati per i continui attacchi sui civili e per disastri naturali legati ai cambiamenti climatici, un milione i bambini a rischio di Malnutrizione Acuta a causa di una crisi umanitaria complessa.
Per il 2023, obiettivo dell’UNICEF è raggiungere con assistenza umanitaria 3,6 milioni di persone, di cui 3,2 milioni sono bambini. I settori di intervento dove maggiori sono i bisogni sono quelli della nutrizione, della protezione dell’infanzia, dell’istruzione, per l’acqua e i servizi igienico-sanitari.
Tra i nostri obiettivi, per il 2023 miriamo a fornire accesso all’acqua in quantità e qualità adeguate a 415.000 persone, inserire in terapia nutrizionale più di 206.700 bambini in pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave, vaccinare 1,1 milioni di bambini contro il morbillo, assistere per la salute mentale e con supporto psicosociale 384.700 tra bambini e adulti che se ne prendono cura.
L’Appello d’Emergenza UNICEF per il Mali stima necessari nel 2023 oltre 119 milioni di dollari, per raggiungere con assistenza umanitaria bambini e comunità vulnerabili colpiti da un’emergenza complessa e composita.
MALI - Appello d’Emergenza UNICEF_HAC 2023pdf / 961 kb
DownloadNigeria: emergenza in diverse regioni del paese
In Nigeria, più di 9,2 milioni di persone sono vittime di conflitti in diverse regioni del paese, nel nord-est, nord-ovest e nel centro-nord: 5,5 milioni sono bambini. Milioni di persone sono in fuga, con un’insicurezza alimentare e una malnutrizione allarmanti, aggravate da epidemie e malattie infantili, con condizioni idriche e igienico-sanitarie in costante deterioramento: 2,6 milioni gli sfollati solo nel nord-est, dove 1 milione di bambini hanno perso la scuola a causa del conflitto, il cui impatto economico risulta devastante.
A causa di 13 anni di conflitto armato nel nord-est del paese, di violenze diffuse, banditismo e rapimenti nel nord-ovest, di scontri tra comunità di agricoltori e pastori nella regione centro-settentrionale, 1,1 milioni di persone vivono in aree inaccessibili, 3,3 milioni sono sfollate: di queste, il 25% sono donne e il 59% bambini. Nel paese, 2,2 milioni di bambini non hanno ricevuto una singola dose di vaccino contro le malattie infantili
Per il 2023, miriamo a raggiungere con assistenza umanitaria 3,5 milioni di persone, di cui 2 milioni di bambini, con interventi integrati per nutrizione, istruzione, acqua e igiene, servizi sanitari e di protezione dell'infanzia, in aiuto dei bambini più colpiti dalla crisi.
Tra i nostri obiettivi, assicurare terapie nutrizionali per 713.000 bambini in pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave, sostenere 1,2 milioni di persone per l’accesso all’acqua in quantità e qualità adeguate, assistere per la salute mentale e con supporto psicosociale 340.000 tra bambini e adulti che li hanno in cura, fornire istruzione ordinaria, informale e prescolare per 782.000 bambini a rischio.
L’Appello d’Emergenza UNICEF per la Nigeria indica necessari nel 2023 più di 297,3 milioni di dollari, per una risposta multisettoriale per le popolazioni colpite dal conflitto, attraverso sistemi di risposta rapida e con un’attenzione particolare alle condizioni di genere.
NIGERIA - Appello d’Emergenza UNICEF_HAC 2023pdf / 713 kb
DownloadAfrica Orientale e Meridionale
Nella regione operativa dell’Africa Orientale e Meridionale interveniamo con 11 Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Johannesburg, in Sudafrica, in un’area geograficamente molto diversificata, che si estende dal Mar Rosso al Capo di Buona Speranza, e che comprende alcuni dei paesi più poveri del mondo e paesi più ricchi, dove però i progressi incontrano disuguaglianze impressionanti.
Nella regione, dove i bambini sotto i 18 anni costituiscono quasi la metà della popolazione, quasi 38 milioni di persone necessitano assistenza umanitaria per disastri naturali legati ai cambiamenti climatici - con i bambini africani che ne sono ad alto o altissimo rischio - per conflitti e disordini civili, crisi economica e sfollamenti di massa, emergenze sanitarie complesse, come per il colera negli 11 paesi dell’area. A causa di siccità e crisi climatica, oltre 1,9 milioni di bambini sono in pericolo di vita per malnutrizione solo nel Corno d’Africa.
L'UNICEF fornirà servizi salvavita per bambini, donne e famiglie colpite da emergenze composite, tra cui 860.000 persone che vivono in campi profughi e sfollati. Tra le nostre le priorità, la preparazione e la risposta ad emergenze causate da conflitti e disastri naturali sempre più frequenti, in paesi molto diversi tra loro, come l’Etiopia, la Somalia e il Sud Sudan, accomunati da emergenze che costringono i Bambini in Fuga.
Etiopia: un’emergenza tra siccità e conflitti armati
Il conflitto nel nord dell’Etiopia - nelle regioni di Tigray, Afar e Amhara - e la grave siccità in quelle di Afar, Oromia, Somali, Southern Nations e Nationalities and People hanno ridotto 31,4 milioni di persone in bisogno di assistenza umanitaria: 16,5 milioni sono bambini, 7,8 milioni donne.
Per la crisi in atto, 4,5 milioni di persone sono sfollate nel paese, più di 878.870 rifugiate in quelli limitrofi, con il conflitto nel nord che minaccia di far salire a 7,8 milioni gli sfollati, con gravi rischi per 3,9 milioni di bambini. Nelle regioni meridionali, sudorientali e orientali, la grave siccità ha causato un’insicurezza alimentare su livelli d’emergenza, con la completa distruzione dei mezzi di sussistenza per oltre 24,1 milioni di persone.
ETIOPIA -Appello d’Emergenza UNICEF_HAC 2023pdf / 854 kb
DownloadRepubblica Democratica del Congo: Pierre Bilolo insegna lettura di base a Tshikapa, Kasai-Provincia occidentale. Da quando è scoppiata la crisi i suoi studenti sono moltiplicati e non ci sono abbastanza banchi nè sedie o altro materiale scolastico
Somalia: i bambini i più colpiti da crisi climatica, conflitti e sfollamento
In Somalia, 7,7 milioni di persone - di cui 5,1 milioni di bambini e 4,4 milioni donne e ragazze- necessitano assistenza umanitaria per un’emergenza complessa, causata da siccità, conflitti, sfollamento di popolazioni, malattie infettive e COVID-19. I bambini risultano colpiti in modo sproporzionato dalla siccità, con 1,8 milioni con meno di 5 anni che saranno affetti da Malnutrizione Acuta Grave, con seri pericoli per la loro stessa vita.
Alla siccità - con 5 stagioni consecutive di mancate piogge, il periodo più lungo a memoria d'uomo - sono seguite alluvioni devastanti, con la crisi in Somalia che è anche un'emergenza climatica: se il rischio carestia è stato per ora scongiurato, siccità ed alluvioni aggravano vulnerabilità e sfollamento della popolazione, alimentate dalla ripresa del conflitto tra governo, il gruppo armato Al-Shabaab e milizie di clan locali: dei 3,8 milioni di sfollati nel paese, 400.000 sono a causa delle alluvioni che hanno colpito Somalia nel 2023.
Per il 2023 l'UNICEF mira a fornire assistenza umanitaria a più di 3 milioni di persone, di cui oltre 2 milioni sono bambini. Tra gli interventi, miriamo ad espandere la fornitura di servizi essenziali per le popolazioni sfollate, soprattutto nelle aree di difficile accesso, e per la drammatica penuria d'acqua che colpisce 6,4 milioni di persone, all’origine di una grave epidemia di colera.
Tra gli obiettivi UNICEF, miriamo a fornire accesso a quantità e qualità adeguate di acqua a 3 milioni di persone, assicurando terapia nutrizionali per più 464.100 bambini sotto i 5 anni con Malnutrizione Acuta Grave e in pericolo di vita. Al contempo, opereremo per l’accesso all’istruzione ordinaria, informale e prescolare di 300.000 bambini e per l’assistenza per salute mentale e supporto psicosociale a 557.000 tra bambini e adulti che li hanno in cura.
L’Appello d’Emergenza UNICEF per la Somalia stima necessari per il 2023 oltre 272,3 milioni di dollari, per un’assistenza integrata a bambini e donne vittime delle varie emergenze del paese.
SOMALIA - Appello d’Emergenza UNICEF_HAC 2023pdf / 3.13 Mb
DownloadSud Sudan: la peggiore crisi umanitaria dalla sua indipendenza
Il Sud Sudan attraversa la peggiore crisi umanitaria dalla sua indipendenza, nel 2011, di cui bambini sono i più colpiti. Conflitti, inondazioni persistenti e senza precedenti, epidemie diffuse, insicurezza alimentare e nutrizionale continuano ad acuire i bisogni dei più vulnerabili. Più di 8,9 milioni di persone necessitano assistenza, tra cui 4,7 milioni di bambini, 2,1 milioni di donne e 1,3 milioni di persone con disabilità.
Consistenti le crisi di sfollamento nel paese e i movimenti transfrontalieri, che mettono a dura prova risorse, mezzi di sussistenza e servizi di base inadeguati: oltre 2,2 milioni le persone sfollate, in bisogno di assistenza e soluzioni a lungo termine, con rischi di protezione per donne e bambini e tensioni crescenti tra le comunità.
Per il 2023, l'UNICEF mira a raggiungere 8,9 milioni di persone, tra cui 4,7 milioni di bambini in condizioni di forte vulnerabilità, attraverso una strategia diretta al coinvolgimento delle comunità e con interventi d’emergenza per nutrizione, salute, acqua e igiene, istruzione e protezione dell’infanzia.
Tra i nostri obiettivi, vaccinare 2,7 milioni di bambini contro il morbillo e assistere con terapie nutrizionali 290.000 bambini con Malnutrizione Acuta Grave e in pericolo di vita. Opereremo per l’accesso a quantità e qualità adeguate di acqua per 1,4 milioni di persone, e per fornire assistenza di salute mentale e supporto psicosociale per 75.000 tra bambini e adulti che se ne prendono cura.
L’Appello d’Emergenza UNICEF per il 2023 prevede necessari 217,2 milioni di dollari per la risposta umanitaria alle emergenze complesse e concomitanti che colpiscono il Sud Sudan.
SUD SUDAN - Appello d’Emergenza UNICEF_HAC 2023pdf / 777 kb
DownloadAsia Meridionale
Nella regione operativa dell'Asia Meridionale lavoriamo attraverso 8 Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Kathmandu, in Nepal, nel quadro di contesti molto differenti per condizioni di sviluppo e dove grandi sono le diseguaglianze: se alcuni paesi hanno raggiunto risultati impressionanti per l’infanzia, enormi disparità persistono, con milioni di bambini vittime di povertà e discriminazioni, legate anche alla condizione di genere o all'etnia.
Nella regione, si prevede che nel 2023 oltre 100 milioni di persone avranno bisogno di assistenza umanitaria, tra cui più di 50 milioni di bambini, per gravi crisi economiche e nutrizionali, emergenze di salute pubblica, complesse crisi politiche e di popolazioni rifugiate, disastri naturali indotti dai cambiamenti climatici, a causa dei quali 460 milioni di bambini sono esposti a temperature estremamente alte: 3 bambini su 4, rispetto a 1 su 3 a livello globale.
Il nostro obiettivo è salvare le vite dei bambini più vulnerabili, difendere i loro diritti nei diversi contesti di riferimento, realizzare il loro potenziale contro ogni discriminazione. E difenderli dalle emergenze: come quella per l’ultimo terremoto in Nepal, o per la crisi in Afghanistan, tra le più gravi al mondo, o per i cambiamenti climatici in Pakistan e in Bangladesh, dove gli effetti di questi ultimi aggravano le condizioni del paese e dei rifugiati Rohingya, acuendo la vulnerabilità di tutti i Bambini in Fuga.
Nepal: i bambini la metà delle vittime dell’ultimo terremoto
Quasi la metà delle vittime dell’ultimo grave terremoto in Nepal sono bambini. Oltre 150 i morti e più di 350 i feriti per il potente sisma di magnitudo 6,4 che lo scorso 3 novembre ha sconvolto diverse aree remote del Nepal occidentale: oltre 250.000 le persone colpite nei 2 distretti di Jajarkot e Rukum West, tra cui almeno 80.000 bambini.
Il terremoto, il più grave da quello devastante del 2015, è l'ultimo di una serie di eventi sismici che hanno colpito il Nepal nell'ultimo anno. La distruzione di case e diverse scosse di assestamento, alcune di grave entità, hanno ridotto famiglie e bambini nella condizione sfollati, costringendoli a trascorrere notti all'aperto e all’addiaccio, alla vigilia del rigido inverno. Case, scuole, centri sanitari e altre strutture essenziali sono state danneggiate o distrutte, in una delle aree del paese a più alto tasso di povertà.
L'UNICEF è sul campo con l’obiettivo di fornire assistenza salvavita immediata ad oltre 200.000 vittime del terremoto: un'azione urgente è indispensabile per ripristinare l'accesso ai servizi essenziali e per proteggere i bambini da malattie, malnutrizione e dal rigido clima invernale, mentre le famiglie lottano per riprendersi dal terremoto e le scosse di assestamento portano nuovi pericoli.
Tra i nostri obiettivi immediati, assistere 150.000 persone per l’acqua e l’igiene, tra cui 51.000 bambini, e sostenere la ripresa dei servizi sanitari essenziali per le cure materne, le vaccinazioni e l’assistenza medica primaria. Contro la malnutrizione, forniremo Alimenti terapeutici pronti per l’uso, micronutrienti e sussidi in denaro per il supporto nutrizionale a 7.200 bambini e oltre 1.300 donne in gravidanza. Per l’istruzione, sosterremo tra 50 e 100 scuole, raggiungendo fino a 50.000 bambini; 12.500 saranno assistiti con protezione e supporto psicosociale in Spazi a misura di bambino appositamente allestiti, 12.500 famiglie saranno supportate con sussidi d’emergenza in denaro.
Per la prima ed immediata risposta alle conseguenze del terremoto, l’UNICEF ha lanciato un appello d’emergenza mirato per 15,7 milioni di dollari, a supporto delle attività programmate nei vari settori di intervento sul campo.
NEPAL – Appello d’emergenza per il terremoto_ Jajarkot Earthquake 10-11-2023pdf / 578 kb
DownloadPakistan: tra cambiamenti climatici e crisi sanitarie
A causa delle devastanti inondazioni indotte dai cambiamenti climatici, di una prolungata emergenza nutrizionale e di ricorrenti crisi alimentari e sanitarie, donne e bambini in Pakistan hanno urgente bisogno di aiuto. Più di 33 milioni le persone colpite dalle inondazioni nel paese: oltre 20,6 milioni - tra cui 9,6 milioni di bambini - necessitano di assistenza umanitaria.
Almeno 7,9 milioni gli sfollati a causa della calamità, di cui 598.000 in campi d’emergenza, in distretti che già ospitavano oltre 800.000 rifugiati dall'Afghanistan. Ad un anno dalle inondazioni catastrofiche, 8 milioni di persone restano prive di acqua sicura: 4 milioni sono bambini, con oltre 1,5 milioni che necessitano assistenza nutrizionale salvavita, con strutture idriche e sanitarie danneggiate e difficoltà d’accesso ai servizi essenziali.
Per il 2023, miriamo ad assistere 6,4 milioni di persone tra cui 4,4 milioni di bambini, attraverso interventi d’emergenza nei settori salute, nutrizione, acqua e igiene, istruzione, protezione dell’infanzia e contro le violenze di genere.
Tra i nostri obiettivi, vi è garantire assistenza medica per 3,2 milioni di donne e bambini, terapie nutrizionali per 1,6 milioni di bambini in pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave, servizi idrici e igienico-sanitari per 2,4 milioni di persone, l’accesso all’istruzione a più di 383.000 bambini a rischio.
L’Appello d’Emergenza UNICEF prevede necessari 173,5 milioni di dollari, per garantire assistenza e protezione alle persone vittime delle inondazioni e ai bambini a rischio.
PAKISTAN - Appello d’Emergenza UNICEF_HAC 2023pdf / 1.14 Mb
DownloadBangladesh: cambiamenti cimatici e rifugiati Rohingya
In Bangladesh, uno dei paesi più densamente popolati al mondo, più di 8 milioni di persone vivono in aree colpite ogni anno da inondazioni e cicloni devastanti con distruzioni a danno di milioni di bambini e famiglie vulnerabili, come per il ciclone Mocha, tra i più forti mai registrati nell'Oceano Indiano settentrionale. A causa dei cambiamenti climatici, entro il 2050 una persona su 7 risulterà sfollata. Per il 2023, 6,7 milioni avranno bisogno di assistenza umanitaria: più di 3 milioni sono bambini.
In queste condizioni, circa un milione di rifugiati Rohingya vivono in campi sovraffollati del distretto di Cox’s Bazar, dopo la fuga di massa dalle violenze in Myanmar nell’agosto del 2017, dipendendo quasi interamente dagli aiuti umanitari: la metà sono bambini.
Per il 2023, il nostro obiettivo è fornire assistenza umanitaria a 4,1 milioni di persone, tra cui 2 milioni di bambini, nei settori dell’acqua e igiene, sanità, nutrizione, protezione dell'infanzia e istruzione: per i rifugiati, le comunità ospitanti e nei distretti colpiti da inondazioni e cicloni. L’UNICEF continuerà a fornire servizi salvavita per i bambini e le famiglie Rohingya, sostenendo le comunità che li ospitano.
Tra i nostri obiettivi, vi è assicurare assistenza medica a 2,2 milioni di donne e bambini e acqua in quantità e qualità adeguate per 1,2 milioni di persone, fornire sostegno psicosociale e per la salute mentale a 3,6 milioni tra bambini e adulti che li hanno in cura, raggiungere più di 602.000 bambini con materiale didattico individuale.
Per il 2023, l’Appello d’Emergenza UNICEF stima necessari 173,8 milioni di dollari, per una risposta umanitaria integrata alle crisi che colpiscono la popolazione e i rifugiati in Bangladesh.
BANGLADESH -Appello d’Emergenza UNICEF_HAC 2023pdf / 2.13 Mb
DownloadIl 3 novembre 2022 a Jacobabad, nella provincia del Sindh, in Pakistan, questi bambini provano a tornare a casa con una zattera improvvisata dopo l'alluvione. Quest'area richiede la massima attenzione poiché la malaria, la pelle e altre malattie sono in aumento tra la gente del posto, soprattutto tra i bambini.
Asia Orientale e Pacifico
Nella regione operativa dell’Asia Orientale e Pacifico interveniamo attraverso 14 Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Bangkok, in Thailandia, nel quadro di un contesto estremamente diversificato, con alcune delle economie più dinamiche del mondo e paesi decisamente meno sviluppati, dove tra le varie sfide figura l’impatto sempre più pesante del cambiamento climatico.
La regione rimane tra le più soggette ai disastri naturali, con 122 milioni di persone colpite in media ogni anno da emergenze umanitarie. Ciò anche per l’impatto dei cambiamenti climatici, in un contesto spesso aggravato da conflitti sociopolitici e disordini civili, con bambini e famiglie esposti a catastrofi ambientali multiple, causate da cicloni, alluvioni e inondazioni, ma anche da siccità e inquinamento atmosferico.
I nostri programmi si estendono dalla Mongolia a nord a Tonga a sud, in un’area in cui ogni anno nascono oltre 30 milioni di bambini. L’obiettivo dell'UNICEF è tanto promuovere i loro diritti che proteggerli dalle emergenze che costringono i Bambini in Fuga: come quella in Myanmar, all’origine di tensioni e conflitti interni e della crisi dei rifugiati Rohingya in Bangladesh.
Myanmar: una crisi umanitaria e dei diritti umani in costante peggioramento
Il Myanmar vive una grave crisi umanitaria e dei diritti umani in costante peggioramento. Conflitti e violenze si sono intensificati in tutto il paese, con 17,6 milioni di persone, tra cui 5,6 milioni di bambini, in bisogno di assistenza umanitaria. Condizioni aggravate dai cambiamenti climatici, come per il ciclone Mocha, uno dei più forti mai registrati nell'Oceano Indiano settentrionale.
Il numero di bambini e famiglie sfollate dal conflitto è aumentato del 60% nel 2022, con oltre 1,4 milioni di persone sfollate, comprese 330.400 in condizioni di sfollamento prolungato. A queste si aggiungono altre popolazioni estremamente vulnerabili, tra cui 417.000 Rohingya apolidi, privi di nazionalità e diritti.
MYANMAR - Appello d’Emergenza UNICEF_HAC 2023pdf / 3.41 Mb
DownloadAmerica latina e Caraibi
Nella regione operativa dell’America latina e Caraibi lavoriamo attraverso 24 Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Panama. Nella regione, dove le diseguaglianze sono tra le maggiori al mondo, progressi enormi hanno migliorato la vita di molti bambini, ma tanti altri sono rimasti indietro, in condizioni di grave povertà o vittime di discriminazioni, come quelli di origine africana o indigena.
Disequilibri che nella regione determinano condizioni di sovrappeso infantile e obesità superiori alla media globale, con seri problemi di salute pubblica, mentre povertà, mancanza di opportunità, conflitti e violenze, disastri naturali e gli effetti dei cambiamenti climatici riducono molti nella condizione di rifugiati e migranti. Troppi affrontano difficoltà, pericoli e discriminazioni lungo il percorso, una volta a destinazione o quando tornati nelle proprie terre, in una regione dove 1 migrante su 4 è un bambino, la percentuale più alta a livello globale.
Operiamo per promuovere i diritti dell’infanzia, rispondere a crisi sociopolitiche e ad emergenze sempre più legate ai cambiamenti climatici: nella regione, l'88% dei disastri degli ultimi 2 anni è stato causato da uragani, inondazioni, frane e siccità, con un grave impatto sui mezzi di sussistenza e i servizi essenziali. Emergenze che costringono troppi Bambini in Fuga: come ad Haiti, per violenze e disastri naturali, o in Venezuela, dove povertà e diseguaglianza alimentano movimenti di massa nell’intero continente.
Haiti: fattori concomitanti di una crisi drammatica per l’infanzia
Ad Haiti, una serie di fattori concomitanti sono causa di una crisi drammatica per l’infanzia. Oltre 5,2 milioni di persone necessitano assistenza umanitaria a causa di violenze incontrollate di bande criminali, disordini civili, instabilità politica e crisi socioeconomica, insicurezza alimentare e malnutrizione, con una preoccupante recrudescenza del colera: più di 2,9 milioni di bambini hanno bisogno d’aiuto, quasi 5 milioni di persone soffrono la fame.
Nei primi 6 mesi del 2023, il paese ha registrato il rapimento indiscriminato di 300 tra bambini e donne, presi con la forza da gruppi armati per ottenere riscatti o altri vantaggi, in un contesto in cui la presenza pervasiva di bande criminali ostacola gravemente gli sforzi umanitari, nel quadro di una situazione umanitaria catastrofica, di livelli allarmanti di violenza e insicurezza e dell’espulsione costante di migranti haitiani dalla confinante Repubblica Dominicana e da altri paesi americani.
HAITI - Appello d’Emergenza UNICEF_HAC 2023pdf / 539 kb
DownloadVenezuela: crisi economica e condizioni difficili per l’infanzia
Il Venezuela vive l’ottavo anno consecutivo di crisi economica, aggravata da iperinflazione, tensioni sociopolitiche e instabilità globale, violenza crescente e disastri naturali legati ai cambiamenti climatici. Per la crisi in atto, 7,7 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria, di cui 3,8 sono bambini e adolescenti sotto i 18 anni.
Per sfuggire a povertà e violenze, molte persone sono migrate all’interno del paese, altre 7,1 milioni nel 2022 sono emigrate all’estero: un aumento del 16,5% rispetto all’anno precedente, con una preoccupante perdita di professionisti, come operatori sanitari e insegnanti. A pagare le conseguenze dell’emergenza in atto sono soprattutto i bambini.
Per il 2023, l'UNICEF opererà per raggiungere con assistenza umanitaria 3,7 milioni di persone, tra cui 2,7 milioni di bambini, attraverso interventi per sanità, nutrizione, acqua e igiene, servizi di protezione dell’infanzia e contro le violenze di genere, e per l’accesso all'istruzione, con attenzione particolare ai bambini senza accesso a scuola.
Tra gli obiettivi, sosterremo l’accesso ad acqua in quantità e qualità adeguate per 2,3 milioni di persone, 650.000 tra donne e bambini con assistenza medica, 510.00 bambini per la diagnosi della Malnutrizione Acuta Grave, 160.000 tra bambini e adulti che li hanno in cura per la salute mentale e sostegno psicosociale.
L’Appello d’Emergenza UNICEF per il 2023 stima necessari per il Venezuela 223,4 milioni di dollari, per una risposta multisettoriale alla crisi nel paese.
VENEZUELA -Appello d’Emergenza UNICEF_HAC 2023pdf / 732 kb
DownloadL'azione dell'UNICEF: per ogni bambino le giuste opportunità
L’UNICEF lavora in tutto il mondo per assicurare ai bambini rifugiati, sfollati o migranti che i loro diritti siano rispettati. Forniamo aiuti umanitari salvavita nei campi profughi e sfollati. Allestiamo Spazi a misura di bambino, ovvero luoghi sicuri dove i bambini possano giocare e ricevere educazione ed assistenza, e centri per mamme e bambini, dove le madri possano nutrire i loro piccoli e le famiglie separate possano riunirsi.
Assistiamo i governi nazionali e le istituzioni locali per leggi, politiche e servizi che siano inclusivi per tutti i bambini, e che si adattino alle loro esigenze specifiche, siano essi rifugiati, sfollati o migranti: sostenendoli non solo per la sopravvivenza, ma per crescere sani e sviluppare le proprie capacità, quali che siano le condizioni di vita precarie cui sono costretti.
Operiamo perché le famiglie possano riunirsi, e per porre fine alla detenzione dei bambini solo perché migranti, supportando le istituzioni per soluzioni alternative, basate sulla comunità e sulla famiglia. Lavoriamo con i governi, il settore privato e la società civile per offrire a bambini e giovani in movimento opportunità di inclusione all'avanguardia, coinvolgendoli, mobilitandoli e facendo sentire la loro voce.
Per informare le istituzioni e sensibilizzare le comunità che li ospitano, raccogliamo, analizziamo e diffondiamo dati ed evidenze sulla situazione e le esperienze personali di bambini e giovani adolescenti in movimento. Con i nostri partner, abbiamo rilasciato le prime linee guida di sempre per assistere i governi nell’aiutare a proteggere e responsabilizzare i bambini in movimento nel contesto dei cambiamenti climatici.
Il “Global Refugee Compact”: un patto per la Comunità Internazionale
Il Global Refugee Compact è un trattato internazionale che pone le basi per una risposta più forte, prevedibile ed equa alla crisi dei rifugiati. Adottato nel 2018, offre alla Comunità Internazionale e ai paesi ospitanti una tabella di marcia per includere al meglio i rifugiati nei sistemi nazionali, nelle società e nelle loro economie, per consentirgli di contribuire alle loro nuove comunità e di garantire il proprio futuro.
L'UNICEF è fortemente impegnato nel Global Compact on Refugees, e sta lavorando per contribuire a raggiungere i suoi obiettivi. Abbiamo documentato le buone pratiche del nostro lavoro in tutto il mondo a sostegno dei bambini e dei giovani rifugiati, così come quelle delle comunità ospitanti, affinché possano fornire delle linee guida di base per lo sviluppo.
Operiamo perché le famiglie possano riunirsi, e per porre fine alla detenzione dei bambini solo perché migranti, supportando le istituzioni per soluzioni alternative, basate sulla comunità e sulla famiglia. Lavoriamo con i governi, il settore privato e la società civile per offrire a bambini e giovani in movimento opportunità di inclusione all'avanguardia, coinvolgendoli, mobilitandoli e facendo sentire la loro voce.
Per informare le istituzioni e sensibilizzare le comunità che li ospitano, raccogliamo, analizziamo e diffondiamo dati ed evidenze sulla situazione e le esperienze personali di bambini e giovani adolescenti in movimento. Con i nostri partner, abbiamo rilasciato le prime linee guida di sempre per assistere i governi nell’aiutare a proteggere e responsabilizzare i bambini in movimento nel contesto dei cambiamenti climatici.
Action for Refugee Childrenpdf / 7.50 Mb
DownloadIl “Global Compact for Migration”
ll Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration è un accordo storico che per la prima volta riconosce che i bambini sono parte centrale per la gestione delle migrazioni, che dimostra che l'Agenda d'azione in 6 punti dell'UNICEF è praticabile e costituisce una cornice per dare applicazione all’accordo.
L'UNICEF ha partecipato attivamente ai 18 mesi di negoziati che hanno portato all’adozione del documento finale, nel dicembre 2018, anche facilitando la partecipazione attiva dei giovani migranti a questo processo. L'UNICEF opera per tradurre gli impegni che i governi hanno assunto per un cambiamento reale, e un impatto positivo nella vita dei bambini in movimento in tutto il mondo.
Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migrationpdf / 482 kb
DownloadI risultati raggiunti
Nel 2020 l'UNICEF ha operato a livello globale per proteggere i diritti dei bambini rifugiati, sfollati e migranti attraverso programmi mirati in almeno 126 paesi. Tra i risultati raggiunti nel 2020 abbiamo assistito più di 3,2 milioni di famiglie in movimento con messaggi sulla prevenzione del COVID-19 e per l'accesso ai servizi esistenti.
Abbiamo fornito acqua sicura da bere, per cucinare e per l’igiene personale per oltre 2,6 milioni di famiglie in movimento, distribuendo aiuti essenziali per l’acqua e l’igiene. Abbiamo assicurato assistenza medica primaria per la salute materna e infantile di più di 900.000 bambini e donne in movimento, tra cui assistenza prenatale, parto e postnatale, attraverso il sostegno a operatori sanitari locali nelle comunità sostenuti e alle strutture sanitarie.
Più di 30.000 minori stranieri non accompagnati sono stati assistiti con programmi mirati e modalità di assistenza alternative, mentre oltre 4 milioni di bambini in movimento hanno avuto accesso all'istruzione ed oltre 2,3 milioni di bambini in movimento hanno beneficiato di apprendimento a distanza o su base domiciliare.
Pagina aggiornata al 4 dicembre 2023