Emergenze

Bambini in fuga

Senza casa, senza famiglia, senza radici: pur sempre bambini

Milioni di bambini sono in fuga. Molti sono costretti ad abbandonare la propria casa a causa di guerre, povertà o calamità provocate dai cambiamenti climatici. Troppi affrontano pericoli, privazioni e discriminazioni lungo il loro viaggio, o restano vittime di detenzione solo perché migranti.  

Un bambino rifugiato è un bambino costretto alla fuga in un paese straniero, nella speranza, quando vi riesce, di ottenerne asilo. Un bambino sfollato è costretto ad abbandonare la propria casa, in fuga all’interno del suo stesso paese. Un bambino migrante lascia la famiglia e la sua terra per una condizione di miseria, nella speranza di un futuro migliore.    

Tutti corrono molti rischi sia durante gli spostamenti, sia una volta giunti a destinazione: violenza, abusi, sfruttamento e discriminazioni sono solo alcuni dei rischi che affrontano. Privati di un’educazione e cure mediche appropriate, spesso non si sentono accettati nelle comunità di arrivo, con difficoltà a imparare una nuova lingua e integrarsi in una nuova cultura. Problematiche che hanno effetti fisici e psicologici di lungo periodo, e che impediscono ai bambini in movimento di sfruttare il loro pieno potenziale.  

Questo dramma, oggi, è sotto gli occhi di tutti per l’emergenza in Ucraina, causata da una guerra sconvolgente che in Europa ha generato la crisi dei rifugiati in più rapida crescita dalla Seconda Guerra Mondiale, di cui vittime sono al 90% donne e bambini. 

Bambini sradicati da guerre e violenze

36,5milioni

I bambini in fuga nel mondo

13,7milioni

Sono bambini rifugiati o richiedenti asilo

22,8milioni

Sono bambini sfollati nei loro stessi paesi

Oltre 36,5 milioni di bambini sotto i 18 anni sono in fuga da guerre e atrocità, il numero più alto mai registrato, che ancora non tiene conto delle crisi del 2022, del dramma degli sfollati in Ucraina e dei rifugiati nei paesi di arrivo. Nel 2021, 12,5 milioni di bambini risultavano rifugiati e 1,2 milioni richiedenti asilo in paesi stranieri, 22,8 milioni sfollati nel proprio paese.

A causa di disastri naturali, nel 2021 sono stati oltre 7,3 milioni i nuovi casi di sfollamento di minori, con i cambiamenti climatici che sempre più influenzano i movimenti di popolazioni. Oltre ai bambini in fuga da violenze e disastri naturali, molti altri sono costretti a vivere da migranti internazionali, per miseria e povertà: 36 milioni i minori, su  281 milioni di migranti internazionali nel 2020.

Oggi ci sono più bambini bisognosi di assistenza umanitaria che in qualsiasi altro momento della storia recente. Devono fare i conti con un mix letale di crisi: conflitti, sfollamento e migrazioni, epidemie e malnutrizione crescenti; il cambiamento climatico aggrava tali crisi scatenandone di nuove.

Catherine Russell, Direttrice Generale UNICEF

L'intervento dell’UNICEF nel mondo: le “Regioni Operative"

Nel mondo, l’UNICEF opera attraverso programmi di emergenza e di sviluppo attuati da Uffici Regionali e Uffici Paese in 7 aree geografiche d’intervento - Europa e Asia Centrale (ECARO), Medioriente e Nord Africa (MENARO), Africa Occidentale e Centrale (WCARO), Africa Orientale e Meridionale (ESARO), Asia Meridionale (ROSA), Asia Orientale e Pacifico (EAPRO), America latina e Caraibi (LACRO) – affinché nessun bambino sia lasciato indietro.

Nelle crisi umanitarie, pianifichiamo anno per anno le nostre strategie, obiettivi e risultati prefissati, nel quadro del Rapporto sull’Azione Umanitaria dell’UNICEF, che ricomprende tutti gli Appelli d’Emergenza che l’UNICEF lancia ogni anno con piani di intervento per paesi e contesti di crisi. 

Di seguito solo alcuni degli Appelli d’Emergenza UNICEF per le crisi umanitarie cui diamo risposta nel mondo. Causate da conflitti o tensioni politico-sociali, cambiamenti climatici e catastrofi naturali, epidemie e crisi nutrizionali – e tutte acuite dalla Nuova Normalità del COVID-19 – sono solo alcune delle emergenze all’origine di movimenti di massa di rifugiati e migranti tra paesi e regioni e di sfollati all’interno di singoli stati, e che costringono i Bambini in Fuga.

Europa e Asia Centrale

Nella regione operativa Europa e Asia Centrale interveniamo per proteggere i diritti di bambini e adolescenti in 21 paesi e territori attraverso Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Ginevra, in Svizzera. In tutti i contesti, diamo priorità ai bambini più vulnerabili, per garantirne il sano sviluppo e che nessun bambino sia lasciato indietro. 

La pandemia di COVID-19 e la guerra in Ucraina hanno avuto un impatto negativo sulla povertà infantile, sulla disuguaglianza di reddito, sui mezzi di sussistenza e sulla sicurezza alimentare. Il rischio sono conseguenze umanitarie regionali per l'aumento della povertà, la riduzione della coesione sociale e l'aumento dell'afflusso di migranti e rifugiati. Fattori che, insieme ai cambiamenti climatici e all’inquinamento ambientale, hanno un impatto diffuso in tutta la regione.

Di seguito le principali emergenze che stiamo affrontando in Europa: per la guerra in Ucraina, e dei rifugiati in fuga dal paese, e la crisi dei migranti e rifugiati che si riversano in Europa a causa di guerre e povertà in Africa, Medioriente ed Asia. Tra i paesi di intervento, per la risposta ad un’emergenza senza precedenti dalla Seconda Guerra Mondiale, il nostro paese: per l’accoglienza e l’inclusione dei Bambini in Fuga da guerre, persecuzioni e povertà.

Medioriente e Nord Africa

Nella regione operativa Medioriente e Nord Africa interveniamo intervento attraverso 16 Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Amman, in Giordania, in un conteso segnato da disparità e disuguaglianze, che accomunano alcuni dei paesi tra i più ricchi del mondo ad altri alle prese con povertà e sconvolti conflitti diffusi. 

Nella regione, conflitti prolungati, cambiamenti climatici e disastri naturali, instabilità politica e sociale minacciano la vita e il benessere dei bambini: 50 milioni, tra cui 6,4 milioni di rifugiati e circa 6,4 milioni di bambini sfollati nei loro paesi, hanno bisogno di assistenza umanitaria, 4,3 milioni sono privi di una sola dose di vaccino per il morbillo.

Sul campo, lavoriamo attraverso i nostri programmi di intervento in 16 paesi e territori, rispondendo ad alcune tra le più gravi emergenze al mondo per Bambini in Fuga, come quella dei rifugiati siriani, dei rifugiati e migranti in movimento dalla Libia verso l’Europa, degli sfollati in Yemen a causa della guerra e dei bambini vittime delle violenze nello Stato di Palestina. E per le conseguenze dei devastanti terremoti che hanno sconvolto sud-est della Turchia e nord-ovest della Siria, e del crescendo di violenze di cui bambini e famiglie sono vittime in Sudan.

Sudan: bambini e famiglie vittime del crescendo di violenze

Bambini e famiglie sono le prime vittime delle violenze scoppiate il 15 aprile tra le Forze Armate Sudanesi (SAF) e i paramilitari delle Forze di Supporto Rapido (RSF), che hanno sconvolto la capitale Khartum, gli stati del Darfur e del Nord Kordofan, con conseguenze sui servizi essenziali in tutto il Sudan. La situazione già disastrosa prima delle violenze, risulta ora su livelli catastrofici: 13,6 milioni i bambini in disperato bisogno di aiuto, un numero mai registrato nel paese, su 24,7 milioni di persone che necessitano assistenza umanitaria per l'emergenza in atto.

Nonostante diversi Cessate il fuoco temporanei, ostilità e combattimenti mettono a rischio milioni di bambini, intrappolati nel fuoco incrociato o in fuga dalle loro case, sfollati nel paese o rifugiati in quelli vicini. Attacchi indiscriminati contro ospedali, scuole e servizi essenziali hanno colpito anche gli operatori umanitari, con veicoli e forniture – compresi quelli UNICEF – saccheggiati o distrutti. Grazie a presenza e partenariati sul campo, la risposta UNICEF è stata immediata, incluso a Khartum e nel Darfur: nonostante tutto, l’UNICEF continua a operare in Sudan fornendo aiuti sanitari e nutrizionali, idrici e igienico-sanitari, per la protezione dell’infanzia e l’istruzione. 

Per il Sudan, il 30 maggio l’UNICEF ha aggiornato l’Appello d’Emergenza per assistere nel 2023 oltre 11,9 milioni di persone, di cui 9,4 milioni sono bambini: inclusi 620.000 bambini in pericolo di vita per malnutrizione, 3,2 milioni tra madri e bambini per la salute, 4 milioni di persone per l’acqua e l’igiene, 349.200 con protezione per la salute mentale e supporto psicosociale, 3,4 milioni di bambini con aiuti per l’istruzione. Nei paesi d’arrivo dei rifugiati, interventi d’emergenza sono previsti nei corrispettivi settori d’intervento dell’UNICEF.

Ad inizo maggio, l’UNICEF ha predisposto un Piano di risposta per l’assistenza a bambini e famiglie vittime delle violenze, sfollati in Sudan o rifugiati nei paesi di arrivo. In Sudan, la priorità è supportare ospedali e centri sanitari con vaccini, aiuti medici e contro la malnutrizione, la distribuzione d’acqua e forniture per l’igiene, la protezione dei bambini da violenze e abusi, misure di istruzione d’emergenza, sussidi in denaro per donne e sfollati. Nei paesi d’arrivo, misure d’assistenza mirate sono dirette a bambini e famiglie in fuga dalle violenze.

L’Appello d’Emergenza UNICEF per il Sudan stimava necessari 584,6 milioni di dollari già prima dell’ultima crisi, a causa della quale è stato aggiornato a 837,6 milioni per il 2023. Per i paesi d’arrivo, i fondi necessari sono definiti sulla base dell’evoluzione della situazione sul campo, con la riposta dispiegata attraverso i programmi d’emergenza UNICEF per Ciad, Egitto, Etiopia, Libia, Repubblica Centrafricana e Sud Sudan.

DOCUMENTI DISPONIBILI (IN INGLESE)

Sudan - Appello d’Emergenza UNICEF_HAC Maggio 2023pdf / 628 kb

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Sudan e Paesi vicini - Piano di risposta UNICEF_Crisis Response 2023pdf / 1.79 Mb

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Il terremoto che ha sconvolto la Turchia. E il suo impatto in Siria.

I 2 devastanti terremoti di magnitudo 7,7 e 7,6 che il 6 febbraio hanno sconvolto 10 province del sud-est della Turchia hanno ridotto più di 9,1 milioni di persone in bisogno di assistenza umanitaria: di queste, oltre 2,5 milioni sono bambini bisognosi aiuto immediato. Gravissime le conseguenze umanitare, per cui l’UNICEF sta sostenendo interventi di risposta sul campo.

Drammatico anche l’impatto nel nord-ovest della Siria, con 8,8 milioni di persone colpite, tra cui 3,7 milioni di bambini, in un’area dove circa 4 milioni di persone già versavano in condizioni d’emergenza per il conflitto nel paese, dipendendo per la sopravvivenza dagli aiuti umanitari. 

In Turchia, milioni di persone sono rimaste sfollate per la distruzione delle loro case, con famiglie e bambini esposti alle rigide temperature invernali, e ora costretti a vivere luoghi di prima accoglienza: oltre 2,4 milioni gli sfollati a 3 mesi dal disastro, di cui 1,6 milioni in insediamenti informali e quasi 800.000 in centri di accoglienza. Tra le popolazioni colpite in Turchia, oltre 1,7 milioni di rifugiati siriani, in condizioni che erano già insopportabili: tra di loro, 811.000 sono bambini estremamente vulnerabili.

Per le gravi conseguenze umanitarie in Turchia, abbiamo lanciato un Appello d’Emergenza per raggiungere 3 milioni di persone tra cui 1,5 milioni di bambini con assistenza integrata. Tra i nostri obiettivi, supportare 1 milione di persone con aiuti per l’acqua e l’igiene, 1,5 milioni con generi di primo soccorso. Forniremo servizi di assistenza medica per 500.000 donne e bambini e consultorio nutrizionale per 700.000 tra bambini e adulti che li hanno in cura. Per alleviare gli effetti del disastro, raggiungeremo con sostegno psicosociale e per la salute mentale 1 milione tra bambini e adulti con minori, 600.000 bambini con il necessario per l’istruzione e 500.000 famiglie con sussidi d’emergenza in denaro supportati dall’UNICEF.

L’Appello d’Emergenza UNICEF per la Turchia stima necessari 196 milioni di dollari, mentre per il nord-ovest della Siria l’UNICEF ha lanciato un Piano di Risposta Immediata per 172,7 milioni di dollari, nel quadro degli interventi d’assistenza umanitaria programmati per l’intera Siria. Nei 2 paesi, l’UNICEF ha prontamente avviato e continua a sostenere interventi d’emergenza, per l’assistenza ai bambini e alle famiglie colpite.

DOCUMENTI DISPONIBILI (IN INGLESE)

Terremoto in Turchia - Appello d’Emergenza UNICEF_HAC 2023pdf / 640 kb

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Terremoto in Siria – Piano di Risposta Immediata UNICEF_IRP 2023.pdfpdf / 652 kb

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La crisi dei rifugiati siriani: tra le più gravi al mondo

Dopo 12 anni di conflitto, la crisi dei rifugiati siriani rimane la più grande al mondo per persone in fuga dalle loro terre. Oltre 5,4 milioni di rifugiati risultano registrati in Egitto, Iraq, Giordania, Libano e Turchia, di cui 2,6 milioni sono bambini con meno di 18 anni. Se con i rifugiati si considerano le comunità che li ospitano nei vari paesi, più di 21 milioni di persone sono bisognose di assistenza umanitaria: 8,6 milioni sono bambini sotti i 18 anni. Un dramma ora ancor più amplificato dal terremoto del 6 febbraio in Turchia e Siria.

Nei 5 paesi limitrofi più colpiti dall’emergenza, l'UNICEF opera per assistere sia bambini rifugiati che vivono nei campi, in insediamenti informali e in contesti urbani sia i bambini delle comunità ospitanti, la cui vulnerabilità è aggravata dagli effetti dei cambiamenti climatici. In particolare, l'aggravarsi della crisi idrica e malattie come il colera stanno avendo un grave impatto sulla salute e sui mezzi di sussistenza di famiglie e bambini, aggravandone la vulnerabilità. 


Per il 2023, miriamo ad assistere 4,2 milioni di persone, di cui 3 milioni bambini sotto i 18 anni: attraverso interventi per l’istruzione, l’accesso ad acqua e servizi igienico-sanitari, per la protezione dell'infanzia, la salute, la nutrizione e per la protezione sociale, con attività mirate per adolescenti e giovani. Insieme a tale risposta, l’UNICEF opera interventi d’emergenza sia in Siria  sia nei paesi europei ad alto e medio reddito che ospitano i rifugiati giunti in Europa sin dal 2015 lungo la rotta del Mediterraneo orientale

Tra i nostri obiettivi nei 5 paesi più direttamente colpiti, vi è raggiungere 1,8 milioni di bambini e donne con assistenza medica, 594.500 persone con accesso a quantità e qualità d'acqua adeguate, 369.100 tra bambini e adulti con servizi per salute mentale e di sostegno psicosociale, 1,7 milioni di bambini con supporto per l’istruzione ordinaria o informale, incluso per la prima infanzia. Dopo 12 anni di guerra, la risposta dell’UNICEF è  stata diretta tanto in Siria che all’assistenza dei rifugiati nei paesi d’accoglienza.

Per i programmi nei 5 paesi limitrofi la Siria, l’Appello d’Emergenza UNICEF per il 2023 prevede necessari 867,3 milioni di dollari: per la risposta ai bisogni immediati sia dei rifugiati siriani che persone vulnerabili delle comunità ospitanti.

Documenti disponibili (in inglese)

RIFUGIATI SIRIANI -Appello d’Emergenza UNICEF_HAC 2023pdf / 4.49 Mb

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Libia: i bambini sfollati, rifugiati e migranti i più vulnerabili

In Libia crisi politica, economica e conflitti interni alimentano un’instabilità di cui le popolazioni sfollate e migranti sono le prime vittime. Nel paese, l’eredità del conflitto ha ricadute significative sui servizi essenziali, in particolare della sanità, di protezione sociale ed istruzione. Quasi 526.000 persone, tra cui circa 200.000 bambini, avranno bisogno di assistenza umanitaria nel 2023, con quelli in movimento tra i più vulnerabili.

Nonostante il conflitto e le condizioni di instabilità, per migranti e richiedenti asilo la Libia rimane un paese di destinazione che la rotta per l'Europa: circa 650.000 i migranti e i rifugiati, tra cui 78.000 bambini sotto i 18 anni; 160.000 le persone sfollate nel paese. Bengasi, Misurata, Tripoli e Sirte i centri con il maggior numero di rifugiati e migranti nel paese.

Nonostante il conflitto e le condizioni di instabilità, per migranti e richiedenti asilo la Libia rimane sia un paese di destinazione che la rotta per l'Europa: circa 650.000 i migranti e i rifugiati, tra cui 78.000 bambini sotto i 18 anni; 160.000 persone le sfollate nel paese. Bengasi, Misurata, Tripoli e Sirte i centri con il maggior numero di rifugiati e migranti nel paese.

Donne e bambini, rifugiati o migranti in flussi migratori di diversa provenienza, corrono gravi rischi per la loro incolumità fisica e di protezione, soprattutto a causa delle reti di trafficanti d’esseri umani e organizzazioni criminali. In tale contesto, rifugiati e migranti  – sia stanziali che in transito – sono esposti a pericoli specifici, di separazione familiare o per le condizioni di detenzione terribili, con bambini e donne tra i soggetti più vulnerabili.

Per il 2023 miriamo a raggiungere con assistenza umanitaria più di 351.350 persone, tra cui oltre 121.700 bambini sotto i 18 anni, in settori essenziali per la salute, l’accesso all’acqua e a servizi igienico-sanitari, per la protezione dell'infanzia, la  protezione sociale e per l'istruzione.

Tra gli obiettivi specifici, vi è sostenere oltre 170.000 tra bambini e adulti con servizi per la salute mentale e di supporto psicosociale, assistere circa 93.100 bambini per l’accesso all’istruzione ordinaria o informale, incluso per la prima infanzia, 50.000 persone con acqua in quantità e qualità adeguate, 3.000 famiglie con sussidi d’emergenza in denaro. 

L’Appello d’Emergenza UNICEF per la Libia prevede necessari per il 2023 oltre 28,6 milioni di dollari, per consentire interventi umanitari in settori fondamentali per l’assistenza alle popolazioni più vulnerabili, sia del paese che rifugiate e migranti.

Documenti disponibili (in inglese)

LIBIA - Appello d’Emergenza UNICEF_HAC 2023pdf / 740 kb

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Stato di Palestina: un’emergenza silenziosa

Sono 2,1 milioni le persone in urgente bisogno di assistenza umanitaria nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, Gerusalemme Est inclusa: 1,1 milioni sono bambini con meno di 18 anni. Nella Striscia di Gaza, l’ondata di violenze dell'agosto 2022 ha lasciato migliaia di bambini traumatizzati e bisognosi di sostegno. La situazione in Cisgiordania, Gerusalemme Est compresa, rimane estremamente tesa, con violenze e bisogni umanitari in costante aumento.

Nei primi 8 mesi del 2022, almeno 37 bambini palestinesi sono stati uccisi, 686 feriti. Nello stesso arco di tempo, 404 bambini sono stati arrestati a Gerusalemme Est e, nello Stato di Palestina, almeno 709 persone sono state sfollate a causa della demolizione di 595 strutture di proprietà palestinese, inclusi 337 bambini. Altre 16.842 persone, tra cui 7.586 bambini, hanno sofferto per un accesso ridotto ai servizi essenziali o ai mezzi di sussistenza. Una situazione aggravata ulteriormente dalle ultime violenze tra Israele e Stato di Palestina.



Per il 2023, il nostro obiettivo è assistere 543.000 persone, di cui 437.000 bambini sotto i 18 anni, con programmi di protezione attenti alle differenze di genere, servizi di sostegno psicosociale e per la salute mentale, e con canali sicuri per segnalare sfruttamento e abusi sessuali. Opereremo per procurare forniture mediche, nutrizionali e per la depurazione dell’acqua, per coinvolgere bambini e adolescenti in attività di recupero scolastico, e per rafforzare una protezione sociale d’emergenza incentrata sui minori.

Tra gli obiettivi di intervento, miriamo a raggiungere 143.500 tra bambini e donne con assistenza sanitaria, a fornire quantità e qualità d'acqua adeguate a 332.000 persone, a promuovere la partecipazione di 53.500 tra bambini e adolescenti in attività di doposcuola per sostenerne lo sviluppo, a supportare 50.000 persone con sistemi diretti a dare riscontro alle loro preoccupazioni e bisogni quotidiani nell’emergenza. 

L’Appello d’Emergenza UNICEF per il 2023 indica necessari 20,3 milioni di dollari per la risposta alla crisi umanitaria nello Stato di Palestina, a sostegno dei programmi di intervento tanto nella Striscia di Gaza che a Gerusalemme Est e in Cisgiordania.

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STATO di PALESTINA - Appello d’Emergenza UNICEF_HAC 2023pdf / 855 kb

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Africa Occidentale e Centrale

Nella regione Africa Occidentale e Centrale, operiamo attraverso 24 Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Dakar, in Senegal, con programmi contro la mortalità infantile, per promuovere lo sviluppo dell’infanzia, garantire l’accesso all’acqua e all’igiene, migliorare l’istruzione dei bambini, responsabilizzare e proteggere gli adolescenti, costruire resilienza e inclusione sociale.

La regione, che ospita oltre 400 milioni di persone, metà delle quali bambini, sperimenterà nei prossimi decenni un forte aumento della popolazione infantile e giovanile, una transizione demografica che offre opportunità di sviluppo, ma anche sfide enormi per la riduzione della povertà e la lotta alle emergenze.

Conflitti molteplici e brutalità diffuse sono causa di spostamenti di popolazioni su larga scala, con emergenze sanitarie, insicurezza alimentare e crisi climatiche che aumento i rischi per l’infanzia. Solo per le violenze nel Sahel e negli stati confinanti 14 milioni di bambini sono in pericolo, 16,8 milioni sono a rischio per malnutrizione, mentre 190 milioni soffrono per la catastrofe idrica che affronta la regione, dove ben 11 paesi sono in emergenza. Come quella dimenticata nella Repubblica Democratica del Congo, quella del Mali tra violenze e cambiamenti climatici, o quella in diverse regioni della Nigeria. Solo alcune delle crisi che costringono i Bambini in Fuga.

Repubblica Democratica del Congo: tra le emergenze più complesse al mondo

La Repubblica Democratica del Congo è tra le crisi umanitarie più complesse e prolungate al mondo. Oltre 26,4 milioni di persone, tra cui 15,4 milioni di bambini, sono vittime di conflitti armati violenti e focolai epidemici ricorrenti, che aggravano una povertà cronica, fragilità sistemiche e la vulnerabilità estrema della popolazione.  

Nel 2022, il paese è risultato il secondo al mondo per popolazioni sfollate, con il numero in costante aumento. Oltre 1,29 milioni le persone sfollate tra gennaio e luglio 2022, di cui il 97% nelle province orientali dell’Ituri, Nord Kivu e Sud Kivu, dove popolazioni civili e infrastrutture essenziali, tra cui  scuole e centri sanitari, sono oggetto di un numero crescente di attacchi brutali.

Per il 2023, l’UNICEF mira a raggiungere più di 11,4 milioni di persone, tra cui  8,1 milioni di bambini, con assistenza umanitaria integrata ed interventi salvavita, rafforzando al contempo resilienza comunitaria e coesione sociale, attraverso interventi a lungo termine. La prevenzione di sfruttamento e abusi sessuali, e il contrasto alle violenze di genere, saranno parte integrante di tutti gli interventi sul campo.

Tra gli obiettivi della nostra risposta umanitaria vi è inserire in terapie di cura oltre 995.800 bambini in pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave, fornire acqua in quantità e qualità adeguate a più di 3,4 milioni di persone, assistere per la salute mentale e con supporto psicosociale 2 milioni tra bambini e adulti che li hanno in cura, sostenere l’accesso all’istruzione ordinaria, informale e prescolare a 1,7 milioni di bambini.

L’Appello d’Emergenza UNICEF stima necessari 862,4 milioni di dollari per una risposta umanitaria multisettoriale e integrata, per far fronte nel 2023 ai bisogni bisogni impellenti dei bambini nel paese. 

Documenti disponibili (in inglese)

RD CONGO - Appello d’Emergenza UNICEF_HAC 2023pdf / 1.09 Mb

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Congo, la vita nel campo sfollati non è facile per i bambini. In questo Child Friend Space dell'UNICEF, nel campo di Bunia, i bambini hanno trovato un posto sicuro dove imparare, giocare e socializzare con i coetanei

Mali: un’emergenza multidimensionale

Il Mali vive una crisi multidimensionale alimentata da fenomeni combinati quali insicurezza diffusa, conflitti e instabilità sociopolitica, cambiamenti climatici e le conseguenze della guerra in Ucraina. Oltre 12,9 milioni le persone colpite, tra cui 7,5 milioni – un maliano su 3 – in bisogno di assistenza umanitaria: 5,1 milioni sono bambini sotto i 18 anni.

Gravi le violazioni dei diritti dei bambini, mentre  lo sfollamento rimane tra le principali preoccupazioni in Mali: per i continui attacchi contro i civili, gli sfollati all’interno del paese sono aumentati costantemente, salendo a oltre 422.600 persone, di cui 54% sono donne e il 63% bambini. 

Per il 2023, obiettivo dell’UNICEF è raggiungere con assistenza umanitaria 2,9 milioni di persone, di cui 2,5 milioni sono bambini. I settori di intervento dove maggiori sono i bisogni sono quelli della nutrizione, della protezione dell’infanzia, dell’istruzione, per l’acqua e i servizi igienico-sanitari.

Tra i nostri obiettivi, per il 2023 miriamo a fornire accesso all’acqua in quantità e qualità adeguate a 482.000 persone, inserire in terapia nutrizionale più di 206.700 bambini in pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave, vaccinare oltre 200.000 bambini contro il morbillo, assistere per la salute mentale e con supporto psicosociale 372.700 tra bambini e adulti che se ne prendono cura. 

L’Appello d’Emergenza UNICEF per il Mali stima necessari nel 2023 oltre 114,8 milioni di dollari, per raggiungere con assistenza umanitaria bambini e comunità vulnerabili colpiti da un’emergenza complessa e composita.

Documenti disponibili (in inglese)

MALI - Appello d’Emergenza UNICEF_HAC 2023pdf / 1.57 Mb

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Nigeria: emergenza in diverse regioni del paese

In Nigeria, più di 9,3 milioni di persone sono vittime di conflitti in diverse regioni del paese, nel nord-est, nord-ovest e nel centro-nord: 5,7 milioni sono bambini. Milioni di persone sono in fuga, con un’insicurezza alimentare e una malnutrizione allarmanti, aggravate da epidemie e malattie infantili, con condizioni idriche e igienico-sanitarie in costante deterioramento: 78 milioni i bambini a rischio per mancanza d’acqua, servizi igienici, malattie correlate e rischi climatici.

A causa di 13 anni di conflitto armato nel nord-est del paese, di violenze diffuse, banditismo e rapimenti  nel nord-ovest, di scontri tra comunità di agricoltori e pastori nella regione centro-settentrionale, 1,1 milioni di persone vivono in aree inaccessibili, 2,9 milioni sono sfollate: di queste, il 25% sono donne e il 55% bambini in fuga.

Per il 2023, miriamo a raggiungere con assistenza umanitaria 6,3 milioni di persone, di cui 4,1 milioni di bambini, con  interventi integrati per nutrizione, istruzione, acqua e igiene, servizi sanitari e di protezione dell'infanzia, in aiuto dei bambini più colpiti dalla crisi.

Tra i nostri obiettivi, assicurare terapie nutrizionali per 712.800 bambini in pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave, sostenere 1,2 milioni di persone per l’accesso all’acqua in quantità e qualità adeguate, assistere per la salute mentale e con supporto psicosociale 340.000 tra bambini e adulti che li hanno in cura, fornire istruzione ordinaria, informale e prescolare per 828.600 bambini a rischio.

L’Appello d’Emergenza UNICEF per la Nigeria indica necessari nel 2023 più di 270,8 milioni di dollari, per una risposta multisettoriale per le popolazioni colpite dal conflitto, attraverso sistemi di risposta rapida e con un’attenzione particolare alle condizioni di genere.

Documenti disponibili (in inglese)

NIGERIA - Appello d’Emergenza UNICEF_HAC 2023pdf / 748 kb

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Africa Orientale e Meridionale

Nella regione operativa dell’Africa Orientale e Meridionale interveniamo con 11 Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Johannesburg, in Sudafrica, in un’area geograficamente molto diversificata, che si estende dal Mar Rosso al Capo di Buona Speranza, e che comprende alcuni dei paesi più poveri del mondo e paesi più ricchi, dove però i progressi incontrano disuguaglianze impressionanti.

Nella regione, dove i bambini sotto i 18 anni costituiscono quasi la metà della popolazione, quasi 38 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria per disastri naturali legati ai cambiamenti climatici, conflitti e disordini civili, crisi economica e sfollamenti di massa, emergenze sanitarie complesse, come per il colera negli 11 paesi dell’area. A causa di siccità e crisi climatica, oltre 1,9 milioni di bambini sono in pericolo di vita per malnutrizione solo nel Corno d’Africa.

L'UNICEF fornirà servizi salvavita per bambini, donne e famiglie colpite da emergenze composite, tra cui 860.000 persone che vivono in campi profughi e sfollati. Tra le nostre le priorità, la preparazione e la risposta ad emergenze causate da conflitti e disastri naturali sempre più frequenti, in paesi molto diversi tra loro, come l’Etiopia, la Somalia e il Sud Sudan, accomunati da emergenze che costringono i Bambini in Fuga.

Etiopia: un’emergenza tra siccità e conflitti armati

Il conflitto nel nord dell’Etiopia - nelle regioni di Tigray, Afar e Amhara - e la grave siccità in quelle di Afar, Oromia, Somali, Southern Nations e Nationalities and People hanno ridotto 31,4 milioni di persone in bisogno di assistenza umanitaria: 16,5 milioni sono bambini, 7,8 milioni donne.

Per la crisi in atto, 4,5 milioni di persone sono sfollate nel paese, più di 878.870 rifugiate in quelli limitrofi, con il conflitto nel nord che minaccia di far salire a 7,8 milioni gli sfollati, con gravi rischi per 3,9 milioni di bambini. Nelle regioni meridionali, sudorientali e orientali, la grave siccità ha causato un’insicurezza alimentare su livelli d’emergenza, con la completa distruzione dei mezzi di sussistenza per oltre 24,1 milioni di persone. 

Per il 2023, programmiamo un’assistenza integrata per 17,8 milioni di persone, di cui 13,1 milioni di bambini. L’obiettivo è raggiungere con terapie nutrizionali i bambini malnutriti e con servizi di protezione donne e bambini a rischio, supportare squadre di operatori mobili per salute e nutrizione nelle aree di difficile accesso, offrire opportunità di apprendimento e sostenere fonti idriche resilienti all’impatto dei cambiamenti climatici.

Tra gli obiettivi vi è garantire assistenza medica a 2,1 milioni di donne e bambini, terapie nutrizionali per 1,2 milioni di bambini in pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave, servizi idrici e igienico-sanitari per 7,1 bambini nei centri per l’apprendimento, supportare per la salute mentale e con sostegno psicosociale 275.000 tra bambini e adulti che li hanno in cura.

Per il 2023, l’Appello d’Emergenza UNICEF per l’Etiopia stima necessari 674,3 milioni di dollari, per una risposta integrata alle emergenze causate da conflitti e siccità nelle diverse regioni del paese.

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ETIOPIA -Appello d’Emergenza UNICEF_HAC 2023pdf / 854 kb

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Somalia: i bambini i più colpiti da crisi climatica, conflitti e sfollamento

In Somalia, 7,7 milioni di persone - di cui 5,1 milioni di bambini e 4,4 milioni donne e ragazze- necessitano assistenza umanitaria per un’emergenza complessa, causata da siccità, conflitti, sfollamento di popolazioni, malattie infettive e COVID-19. I bambini risultano colpiti in modo sproporzionato dalla siccità, con 1,8 milioni con meno di 5 anni che saranno affetti da Malnutrizione Acuta Grave, con seri pericoli per la loro stessa vita.

Alla siccità - con 5 stagioni consecutive di mancate piogge, il periodo più lungo a memoria d'uomo - sono seguite alluvioni devastanti, con la crisi in Somalia che è anche un'emergenza climatica: se il rischio carestia è stato per ora scongiurato, siccità ed alluvioni aggravano vulnerabilità e sfollamento della popolazione, alimentate dalla ripresa del conflitto tra governo, il gruppo armato Al-Shabaab e milizie di clan locali: dei 3,8 milioni di sfollati nel paese, 400.000 sono a causa delle alluvioni che hanno colpito Somalia nel 2023.

Per il 2023 l'UNICEF mira a fornire assistenza umanitaria a più di 3 milioni di persone, di cui oltre 2 milioni sono bambini. Tra gli interventi, miriamo ad espandere la fornitura di servizi essenziali per le popolazioni sfollate, soprattutto nelle aree di difficile accesso, e per la drammatica penuria d'acqua che colpisce 6,4 milioni di persone, all’origine di una grave epidemia di colera. 

Tra gli obiettivi UNICEF, miriamo a fornire accesso a quantità e qualità adeguate di acqua a 3 milioni di persone, assicurando terapia nutrizionali per più 464.100 bambini sotto i 5 anni con Malnutrizione Acuta Grave e in pericolo di vita. Al contempo, opereremo per l’accesso all’istruzione ordinaria, informale e prescolare di 300.000 bambini e per l’assistenza per salute mentale e supporto psicosociale a 557.000 tra bambini e adulti che li hanno in cura.

L’Appello d’Emergenza UNICEF per la Somalia stima necessari per il 2023 oltre 272,3 milioni di dollari, per un’assistenza integrata a bambini e donne vittime delle varie emergenze del paese.

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SOMALIA - Appello d’Emergenza UNICEF_HAC 2023pdf / 3.13 Mb

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Sud Sudan: la peggiore crisi umanitaria dalla sua indipendenza

Il Sud Sudan attraversa la peggiore crisi umanitaria dalla sua indipendenza, nel 2011, di cui bambini sono i più colpiti. Conflitti, inondazioni persistenti e senza precedenti, epidemie diffuse, insicurezza alimentare e nutrizionale continuano ad acuire i bisogni dei più vulnerabili. Più di 8,9 milioni di persone necessitano assistenza, tra cui 4,7 milioni di bambini, 2,1 milioni di donne e 1,3 milioni di persone con disabilità.

Consistenti le crisi di sfollamento nel paese e i movimenti transfrontalieri, che mettono a dura prova risorse, mezzi di sussistenza e servizi di base inadeguati: oltre 2,2 milioni le persone sfollate, in bisogno di assistenza e soluzioni a lungo termine, con rischi di protezione per donne e bambini e tensioni crescenti tra le comunità.

Per il 2023, l'UNICEF mira a raggiungere 8,9 milioni di persone, tra cui 4,7 milioni di bambini in condizioni di forte vulnerabilità, attraverso una strategia diretta al coinvolgimento delle comunità e con interventi d’emergenza per nutrizione, salute, acqua e igiene, istruzione e protezione dell’infanzia.

Tra i nostri obiettivi, vaccinare 2,7 milioni di bambini contro il morbillo e assistere con terapie nutrizionali 290.000 bambini con Malnutrizione Acuta Grave e in pericolo di vita.  Opereremo per l’accesso a quantità e qualità adeguate di acqua per 1,4 milioni di persone, e per fornire assistenza di salute mentale e supporto psicosociale per 75.000 tra bambini e adulti che se ne prendono cura.

L’Appello d’Emergenza UNICEF per il 2023 prevede necessari 217,2 milioni di dollari per la risposta umanitaria alle emergenze complesse e concomitanti che colpiscono il Sud Sudan.

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SUD SUDAN - Appello d’Emergenza UNICEF_HAC 2023pdf / 777 kb

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Asia Meridionale

Nella regione operativa dell'Asia Meridionale lavoriamo attraverso 8 Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Kathmandu, in Nepal, nel quadro di contesti molto differenti per condizioni di sviluppo e dove grandi sono le diseguaglianze: se alcuni paesi hanno raggiunto risultati impressionanti per l’infanzia, enormi disparità persistono, con milioni di bambini vittime di povertà e discriminazioni, legate anche alla condizione di genere o all'etnia.

Nella regione, si prevede che nel 2023 oltre 100 milioni di persone avranno bisogno di assistenza umanitaria, tra cui più di 50 milioni di bambini: per disastri naturali indotti dai cambiamenti climatici, crisi economiche e nutrizionali, emergenze di salute pubblica, complesse crisi politiche e di popolazioni rifugiate.

Il nostro obiettivo è salvare le vite dei bambini più vulnerabili, difendere i loro diritti nei diversi contesti di riferimento, realizzare il loro potenziale contro ogni discriminazione. E difenderli dalle emergenze: come quella in Afghanistan, tra le più gravi al mondo, o quella devastante per i cambiamenti climatici in Pakistan, o in Bangladesh, dove gli effetti di questi ultimi aggravano le condizioni del paese e dei rifugiati Rohingya, acuendo la vulnerabilità di tutti i Bambini in Fuga.

Pakistan: tra cambiamenti climatici e crisi sanitarie

A causa delle devastanti inondazioni indotte dai cambiamenti climatici, di una prolungata emergenza nutrizionale e di ricorrenti crisi alimentari e sanitarie, donne e bambini in Pakistan hanno urgente bisogno di aiuto. Più di 33 milioni le persone colpite dalle inondazioni nel paese: oltre 20,6 milioni - tra cui 9,6 milioni di bambini - necessitano di assistenza umanitaria.

Almeno 7,9 milioni gli sfollati a causa della calamità, di cui 598.000 in campi d’emergenza, in distretti che già ospitavano oltre 800.000 rifugiati dall'Afghanistan. In queste condizioni, acque stagnanti, strutture idriche e igienico-sanitarie danneggiate e spostamenti su larga scala aumentano i rischi di epidemie e malattie respiratorie, specialmente per i bambini sconvolti dal disastro: 10 milioni le persone prive di acqua sicura nelle aree colpite dalle inondazioni.

Per il 2023, miriamo ad assistere 6,4 milioni di persone tra cui 4,4 milioni di bambini, attraverso interventi d’emergenza nei settori salute, nutrizione, acqua e igiene, istruzione, protezione dell’infanzia e contro le violenze di genere.

Tra i nostri obiettivi, vi è garantire assistenza medica per 3,2 milioni di donne e bambini, terapie nutrizionali per 1,6 milioni di  bambini in pericolo di vita per Malnutrizione Acuta Grave, servizi idrici e igienico-sanitari per 2,4 milioni di persone, l’accesso all’istruzione a più di 383.000 bambini a rischio.

L’Appello d’Emergenza UNICEF prevede necessari 173,5 milioni di dollari, per garantire assistenza e protezione alle persone vittime delle inondazioni e ai bambini a rischio.

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Bangladesh: cambiamenti cimatici e rifugiati Rohingya

In Bangladesh, uno dei paesi più densamente popolati al mondo, più di 8 milioni di persone vivono in aree colpite ogni anno da inondazioni e cicloni devastanti con distruzioni a danno di milioni di bambini e famiglie vulnerabili, come per il ciclone Mocha, tra i più forti mai registrati nell'Oceano Indiano settentrionale. A causa dei cambiamenti climatici, entro il 2050 una persona su 7 risulterà sfollata. Per il 2023, 6,7 milioni avranno bisogno di assistenza umanitaria: più di 3 milioni sono bambini.

In queste condizioni, oltre 943.500 rifugiati Rohingya vivono in campi sovraffollati del distretto di Cox’s Bazar, dopo la fuga di massa dalle violenze in Myanmar nell’agosto del 2017, dipendendo quasi interamente dagli aiuti umanitari: più di 400.600 sono bambini. 

Per il 2023, il nostro obiettivo è fornire assistenza umanitaria a 4,1 milioni di persone, tra cui 2 milioni di bambini, nei settori dell’acqua e igiene, sanità, nutrizione, protezione dell'infanzia e istruzione: per i rifugiati, le comunità ospitanti e nei distretti colpiti da inondazioni e cicloni. L’UNICEF continuerà a fornire servizi salvavita per i bambini e le famiglie Rohingya, sostenendo le comunità che li ospitano.

Tra i nostri obiettivi, vi è assicurare assistenza medica a 2,2 milioni di donne e bambini e acqua in quantità e qualità adeguate per 1,2 milioni di persone, fornire sostegno psicosociale e per la salute mentale a 3,6 milioni tra bambini e adulti che li hanno in cura, raggiungere più di 602.000 bambini con materiale didattico individuale.

Per il 2023, l’Appello d’Emergenza UNICEF stima necessari 173,8 milioni di dollari, per una risposta umanitaria integrata alle crisi che colpiscono la popolazione e i rifugiati in Bangladesh.

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Asia Orientale e Pacifico

Nella regione operativa dell’Asia Orientale e Pacifico interveniamo attraverso 14 Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Bangkok, in Thailandia, nel quadro di un contesto estremamente diversificato, con alcune delle economie più dinamiche del mondo e paesi decisamente meno sviluppati, dove tra le varie sfide figura l’impatto sempre più pesante del cambiamento climatico.

La regione rimane tra le più soggette ai disastri naturali, con 122 milioni di persone colpite in media ogni anno da emergenze umanitarie. Ciò anche per l’impatto dei cambiamenti climatici, in un contesto spesso aggravato da conflitti sociopolitici e disordini civili, con bambini e famiglie esposti a catastrofi ambientali multiple, causate da cicloni, alluvioni e inondazioni, ma anche da siccità e inquinamento atmosferico.

I nostri programmi si estendono dalla Mongolia a nord a Tonga a sud, in un’area in cui ogni anno nascono oltre 30 milioni di bambini. L’obiettivo dell'UNICEF è tanto promuovere i loro diritti che proteggerli dalle emergenze che costringono i Bambini in Fuga: come quella in Myanmar, all’origine di tensioni e conflitti interni e della crisi dei rifugiati Rohingya in Bangladesh.

Myanmar: una crisi umanitaria e dei diritti umani in costante peggioramento

Il Myanmar vive una grave crisi umanitaria e dei diritti umani in costante peggioramento. Conflitti e violenze si sono intensificati in tutto il paese, con 17,6 milioni di persone, tra cui 5,6 milioni di bambini, in bisogno di assistenza umanitaria. Condizioni aggravate dai cambiamenti climatici, come per il ciclone Mocha, uno dei più forti mai registrati nell'Oceano Indiano settentrionale.

Il numero di bambini e famiglie sfollate dal conflitto è aumentato del 60% nel 2022, con oltre 1,4 milioni di persone sfollate, comprese 330.400 in condizioni di sfollamento prolungato. A queste si aggiungono altre popolazioni estremamente vulnerabili, tra cui 417.000 Rohingya apolidi, privi di nazionalità e diritti.

Per il 2023, il nostro obiettivo è raggiungere 2,8 milioni di persone tra cui 1,9 milioni di bambini con un’assistenza integrata per salute, nutrizione, acqua e igiene, istruzione, protezione dell’infanzia.

Tra gli obiettivi, miriamo a vaccinare 740.000 bambini contro il morbillo, raggiungere 800.000 persone con forniture  e servizi essenziali per l’acqua e l’igiene, assicurare sostegno psicosociale e per la salute mentale a 620.000 tra bambini e adulti che li hanno in cura, assistere 750.000 bambini per l’accesso all’istruzione ordinaria e informale, incluso per la prima infanzia.

Per il 2023, l’Appello d’Emergenza UNICEF per il Myanmar stima necessari 169,6 milioni di dollari, per rispondere ai bisogni umanitari multisettoriali di tutti i bambini nel paese.

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America latina e Caraibi

Nella regione operativa dell’America latina e Caraibi lavoriamo attraverso 24 Uffici Paese coordinati dall’Ufficio Regionale di Panama. Nella regione, dove le diseguaglianze sono tra le maggiori al mondo, progressi enormi hanno migliorato la vita di molti bambini, ma tanti altri sono rimasti indietro, in condizioni di grave povertà o vittime di discriminazioni, come quelli di origine africana o indigena.

Povertà, mancanza di opportunità, conflitti e violenze, disastri naturali e gli effetti dei cambiamenti climatici riducono molti  nella condizione di rifugiati e migranti. Troppi affrontano difficoltà, pericoli e discriminazioni lungo il percorso, una volta a destinazione o quando tornati nelle proprie terre.

Operiamo per  promuovere i diritti dell’infanzia, rispondere a crisi sociopolitiche e ad emergenze sempre più legate ai cambiamenti climatici: nella regione, l'88% dei disastri degli ultimi 2 anni è stato causato da uragani, inondazioni, frane e siccità, con un grave impatto sui mezzi di sussistenza e i servizi essenziali. Emergenze che costringono troppi Bambini in Fuga: come ad Haiti, per violenze e disastri naturali, o in Venezuela, dove povertà e diseguaglianza alimentano movimenti di massa nell’intero continente.

Haiti: fattori concomitanti di una crisi drammatica per l’infanzia

Ad Haiti, una serie di fattori concomitanti sono causa di una crisi drammatica per l’infanzia.  Oltre 5,2 milioni di persone necessitano assistenza umanitaria, tra cui 4 milioni di bambini, per le violenze incontrollate di bande criminali, disordini civili, instabilità politica e crisi socioeconomica, insicurezza alimentare e malnutrizione, con una preoccupante recrudescenza del colera.

Nella sola capitale, almeno 96.000 persone sono sfollate per le violenze delle bande e disordini civili, tra cui minori non accompagnati esposti ad abusi e sfruttamento. Violenze, disastri naturali ed altre emergenze sono causa dello sfollamento nel paese, mentre costante è l’espulsione di migranti haitiani da diversi paesi americani, tra cui la confinante Repubblica Dominicana.

Per il 2023, miriamo a fornire assistenza integrata a 2,7 milioni di persone tra cui 1,6 milioni di bambini, attraverso interventi essenziali per acqua e igiene, istruzione, sanità e nutrizione, protezione dell’infanzia e protezione sociale, con un’attenzione particolare alla recrudescenza del colera.

Tra i nostri obiettivi vi è fornire assistenza medica a 652.200 tra donne e bambini, sostenere l’accesso ad acqua in quantità e qualità adeguate per 1,3 milioni di persone, raggiungere più di 1 milione di bambini con istruzione ordinaria o informale, incluso per la prima infanzia, fornire sostegno psicosociale e per la salute mentale a 102.600 tra bambini e adulti che li hanno in cura.

Per il 2023, l’Appello d’Emergenza UNICEF per Haiti stima necessari 210,3 milioni di dollari, per rispondere alle emergenze in atto e ai bisogni primari dei bambini haitiani e delle loro famiglie.

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Una donna porta in braccio un bambino nel centro di accoglienza per migranti a Bajo Chiquito, Panama.

Venezuela: crisi economica e condizioni difficili per l’infanzia

Il Venezuela vive l’ottavo anno consecutivo di crisi economica, aggravata da iperinflazione, tensioni sociopolitiche e instabilità globale, violenza crescente e disastri naturali legati ai cambiamenti climatici. Per la crisi in atto, 7,7 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria, di cui 3,8 sono bambini e adolescenti sotto i 18 anni.

Per sfuggire a povertà e violenze, molte persone sono migrate all’interno del paese, altre 7,1 milioni nel 2022 sono emigrate all’estero: un aumento del 16,5% rispetto all’anno precedente, con una preoccupante perdita di professionisti, come operatori sanitari e insegnanti. A pagare le conseguenze dell’emergenza in atto sono soprattutto i bambini. 

Per il 2023, l'UNICEF opererà per raggiungere con assistenza umanitaria 3,7 milioni di persone, tra cui 2,7 milioni di bambini, attraverso interventi per sanità, nutrizione, acqua e igiene, servizi di protezione dell’infanzia e contro le violenze di genere, e per l’accesso all'istruzione, con attenzione particolare ai bambini senza accesso a scuola.

Tra gli obiettivi, sosterremo l’accesso ad acqua in quantità e qualità adeguate per 2,3 milioni di persone, 650.000 tra donne e bambini con assistenza medica, 510.00 bambini per la diagnosi della Malnutrizione Acuta Grave, 160.000 tra bambini e adulti che li hanno in cura per la salute mentale e sostegno psicosociale.

L’Appello d’Emergenza UNICEF per il 2023 stima necessari per il Venezuela 223,4 milioni di dollari, per una risposta multisettoriale alla crisi nel paese.

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VENEZUELA -Appello d’Emergenza UNICEF_HAC 2023pdf / 732 kb

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L'azione dell'UNICEF: per ogni bambino le giuste opportunità

L’UNICEF lavora in tutto il mondo per assicurare ai bambini rifugiati, sfollati o migranti che i loro diritti siano rispettati. Forniamo aiuti umanitari salvavita nei campi profughi e sfollati. Allestiamo Spazi a misura di bambino, ovvero luoghi sicuri dove i bambini possano giocare e ricevere educazione ed assistenza, e centri per mamme e bambini, dove le madri possano nutrire i loro piccoli e le famiglie separate possano riunirsi. 

Assistiamo i governi nazionali e le istituzioni locali per leggi, politiche e servizi che siano inclusivi per tutti i bambini, e che si adattino alle loro esigenze specifiche, siano essi rifugiati, sfollati o migranti: sostenendoli non solo per la sopravvivenza, ma per crescere sani e sviluppare le proprie capacità, quali che siano le condizioni di vita precarie cui sono costretti.

Operiamo perché le famiglie possano riunirsi, e per porre fine alla detenzione dei bambini solo perché migranti, supportando le istituzioni per soluzioni alternative, basate sulla comunità e sulla famiglia. Lavoriamo con i governi, il settore privato e la società civile per offrire a bambini e giovani in movimento opportunità di inclusione all'avanguardia, coinvolgendoli, mobilitandoli e facendo sentire la loro voce.

Per informare le istituzioni e sensibilizzare le comunità che li ospitano, raccogliamo, analizziamo e diffondiamo dati ed evidenze sulla situazione e le esperienze personali di bambini e giovani adolescenti in movimento. Con i nostri partner, abbiamo rilasciato le prime linee guida di sempre per assistere i governi nell’aiutare a proteggere e responsabilizzare i bambini in movimento nel contesto dei cambiamenti climatici

Il “Global Refugee Compact”: un patto per la Comunità Internazionale

Il Global Refugee Compact è un trattato internazionale che pone le basi per una risposta più forte, prevedibile ed equa alla crisi dei rifugiati. Adottato nel 2018, offre alla Comunità Internazionale e ai paesi ospitanti una tabella di marcia per includere al meglio i rifugiati nei sistemi nazionali, nelle società e nelle loro economie, per consentirgli di contribuire alle loro nuove comunità e di garantire il proprio futuro. 

L'UNICEF è fortemente impegnato nel Global Compact on Refugees, e sta lavorando per contribuire a raggiungere i suoi obiettivi. Abbiamo documentato le buone pratiche del nostro lavoro in tutto il mondo a sostegno dei bambini e dei giovani rifugiati, così come quelle delle comunità ospitanti, affinché possano fornire delle linee guida di base per lo sviluppo. 

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Action for Refugee Childrenpdf / 7.50 Mb

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Il “Global Compact for Migration”

ll Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration è un accordo storico che per la prima volta riconosce che i bambini sono parte centrale per la gestione delle migrazioni, che dimostra che l'Agenda d'azione in 6 punti dell'UNICEF è praticabile e costituisce una cornice per dare applicazione all’accordo.  

L'UNICEF ha partecipato attivamente ai 18 mesi di negoziati che hanno portato all’adozione del documento finale, nel dicembre 2018, anche facilitando la partecipazione attiva dei giovani migranti a questo processo. L'UNICEF opera per tradurre gli impegni che i governi hanno assunto per un cambiamento reale, e un impatto positivo nella vita dei bambini in movimento in tutto il mondo. 

Documenti disponibili

Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migrationpdf / 482 kb

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I risultati raggiunti

Nel 2020 l'UNICEF ha operato a livello globale per proteggere i diritti dei bambini rifugiati, sfollati e migranti attraverso programmi mirati in almeno 126 paesi. Tra i risultati raggiunti nel 2020 abbiamo assistito più di 3,2 milioni di famiglie in movimento con messaggi sulla prevenzione del COVID-19 e per l'accesso ai servizi esistenti.

Abbiamo fornito acqua sicura da bere, per cucinare e per l’igiene personale per oltre 2,6 milioni di famiglie in movimento, distribuendo aiuti essenziali per l’acqua e l’igiene. Abbiamo assicurato assistenza medica primaria per la salute materna e infantile di più di 900.000 bambini e donne in movimento, tra cui assistenza prenatale, parto e postnatale, attraverso il sostegno a operatori sanitari locali nelle comunità sostenuti e alle strutture sanitarie.

Più di 30.000 minori stranieri non accompagnati sono stati assistiti con programmi mirati e modalità di assistenza alternative, mentre oltre 4 milioni di bambini in movimento hanno avuto accesso all'istruzione ed oltre 2,3 milioni di bambini in movimento hanno beneficiato di apprendimento a distanza o su base domiciliare.


Pagina aggiornata al 31 maggio 2023

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