Rifugiati e Migranti in Europa
Più di 2,6 milioni persone hanno attraversato il Mediterraneo dal 2014 ad oggi, in fuga da guerre, violenze e povertà, nella speranza di una vita migliore in Europa. Nel Mare Nostrum, più di 29.100 vi hanno perso la vita. Molti, troppi, erano bambini, morti soli, o con le proprie famiglie, come per l’ultima tragedia al largo di Lampedusa.
Nei primi 8 mesi del 2023, gli arrivi sono stati già più di più di 157.100, di cui oltre 29.000 minori, in fuga da Medioriente e Nord Africa, Africa Sub-Sahariana, Asia Centrale e Meridionale. A questo dramma, si aggiunge quello dei rifugiati ucraini, in maggioranza donne e bambini. Nel corso del 2022, oltre 159.400 persone sono giunte in Europa in condizioni spesso disastrose: 1 su 5 bambini o minori di 18 anni, circa 32.000.
Alla fine del 2022, 132.815 tra rifugiati e migranti risultavano presenti in Italia, Grecia, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria e Serbia - i paesi più colpiti dall’emergenza - di cui circa 1 su 5 minori: 47.392 bambini e adolescenti, di cui 21.145 non accompagnati. A questi, si sono aggiunti oltre 265.118 rifugiati provenienti dall'Ucraina.
L’Italia è il primo paese d’arrivo di rifugiati e migranti in Europa: oltre 105.100 i nuovi arrivi nel 2022, contro i 67.400 del 2021, già il numero più alto dal 2017. Nei primi 8 mesi del 2023, gli arrivi sono risultati più di 114.200, di cui oltre 18.500 minori, inclusi più di 10.700 non accompagnati: al 23 luglio, il 66% risultavano sbarcati a Lampedusa. Cui si aggiungono 173.900 rifugiati ucraini arrivati dall’inizio della guerra, tra cui più di 49.400 sotto i 18 anni.
Dal 2014 ad oggi, oltre 100.000 minori stranieri non accompagnati sono arrivati in Italia via mare. Almeno 289 bambini sono morti o scomparsi nei primi 6 mesi del 2023, nel tentativo di attraversare il Mediterraneo Centrale per raggiungere l’Europa, nella speranza di un futuro migliore.
2,6milioni
Rifugiati e Migranti giunti in Europa dal 2014
159.400
Rifugiati e Migranti dal Mediterraneo nel 2022
32.000
Bambini sotto i 18 anni arrivati nel 2022
L'impatto del COVID-19 su rifugiati e migranti
Nella fase più acuta della pandemia, l’emergenza dei rifugiati e migranti in Europa ha assunto connotati ancora più complessi e di maggior rischio.
Nel 2020, la chiusura delle frontiere e i divieti alla circolazione disposti dai governi nazionali per il COVID-19 hanno fortemente limitato la mobilità di rifugiati e migranti, con molti rimasti bloccati lungo i confini, o in centri d’accoglienza sovraffollati e insediamenti informali, in condizioni spesso disastrose. La ripresa e degli arrivi, nel 2021, e il forte aumento nel 2022 hanno ancor di più ridotto le capacità di assistenza dei paesi.
Ne sono conseguite condizioni aggravanti la pregressa vulnerabilità alle malattie respiratorie, le difficoltà d’accesso ai servizi igienico-sanitari, di assistenza medica e di protezione, e le opportunità di inclusione e apprendimento, con la pandemia che ha acuito la vulnerabilità dei rifugiati e migranti, tanto per la salute che per le generali condizioni di vita.
Benché le misure mirate di assistenza rimangano molteplici, anche attraverso piattaforme online, l'accesso ai servizi sul territorio è stato di fatto ostacolato dall’emergenza determinata dal COVID-19.
Durante i Lockdown, il congestionamento delle strutture di accoglienza ha reso difficile l’adozione delle necessarie misure igieniche e di distanziamento. Le rigide misure di quarantena nei centri di accoglienza hanno creato ulteriori disagi psicosociali e inasprito le privazioni di cui soffrono bambini e adolescenti. Condizioni che hanno ulteriormente limitato le opportunità educative in presenza, con la mancanza di dispositivi digitali e di connessione Internet che spesso hanno impedito la didattica a distanza.
In tale contesto, rifugiati, migranti e operatori di prima linea hanno segnalato un aumento dei casi di violenza sui minori e di genere, di stigmatizzazione e discriminazione: con il COVID-19, bambini e adolescenti, e i minori stranieri non accompagnati, si sono ritrovati ancora più esposti a disagio psicologico, abusi sessuali e violenze.
L'emergenza in Italia
Dopo l'accordo UE-Turchia del marzo 2016 e la chiusura delle frontiere balcaniche, la rotta del Mediterraneo centrale - dalla Libia all'Italia - è a lungo risultata la principale via di fuga da guerre, persecuzioni e disperazione.
Nonostante il Memorandum d'intesa tra Italia e Libia sul contrasto all'immigrazione illegale e al traffico di esseri umani, e le restrizioni per il COVID-19, il numero degli arrivi in Italia è aumentato costantemente: 105.131 gli arrivi nel 2022, contro i 67.400 del 2021, che già rappresentava un aumento del 95% rispetto ai 34.154 del 2020.
Nei primi 8 mesi del 2023, gli arrivi in Italia sono risultati oltre il 72% degli oltre 157.100 registrati sulle rotte migratorie del Mediterraneo. A fine agosto, più di 136.600 tra rifugiati e migranti risultavano presenti nel sistema di accoglienza italiano: tra questi, oltre 21.700 minori stranieri non accompagnati, quali censiti a fine luglio.
L'emergenza migranti e rifugiati attraverso il mediterraneo
L'azione dell’UNICEF
L’UNICEF attua un duplice approccio di risposta all’emergenza in Europa, combinando assistenza umanitaria e sviluppo delle capacità delle controparti istituzionali, per la riforma delle politiche nazionali e il supporto tecnico ad autorità e partner locali, e un accesso sostenibile a misure di assistenza adeguate per bambini e donne vulnerabili. A tale fine, sosteniamo programmi di risposta integrata nei paesi colpiti dalla crisi, intervenendo operativamente in Serbia, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Grecia e, dal 2016, in Italia.
Tra le nostre priorità, l'assistenza ai minori stranieri non accompagnati (MSNA), separati dalle famiglie o dagli adulti con cui viaggiavano, che vivono situazioni di precarietà e disagio psicologico, e particolarmente a rischio.
Per limitare la trasmissione del COVID-19, l’UNICEF ha integrato l’assistenza ai rifugiati e migranti nei piani nazionali di risposta alla pandemia, anche attraverso misure di comunicazione del rischio e di coinvolgimento delle comunità locali.
Per il 2023, il nostro Appello d’Emergenza necessita 37 milioni di dollari per assistere 288.980 persone, tra cui 94.760 bambini sotto i 18 anni: tra questi, 45.000 minori con servizi di protezione e 8.520 MSNA con misure mirate, 46.440 donne e bambini contro le violenze di genere. Raggiungeremo 2.040 bambini con visite mediche e vaccini salvavita, 5.620 tra madri e bambini con servizi sanitari e nutrizionali, 8.700 con aiuti per l’acqua e l’igiene. Assisteremo 32.020 minori per l’istruzione e 10.260 ragazze e ragazzi per l’inclusione sociale, 862.500 tra minori ed adulti con messaggi sulla prevenzione di situazioni di rischio e l'accesso ai servizi.
Tra i risultati sostenuti nel 2022, abbiamo raggiunto 33.173 minori con misure di protezione, tra cui 4.826 MSNA. Abbiamo sostenuto l’istruzione ordinaria o informale, inclusa la prescolare, di 25.089 bambini e un totale di 80.991 tra adulti e minori sono stati assistiti contro le violenze di genere. Assistenza medica e nutrizionale è stata assicurata a 4.906 madri e bambini, incluso per le vaccinazioni, e 4.863 minori sono stati raggiunti con aiuti di primo soccorso per l’acqua e l’igiene. Un totale di 263.488 persone sono state raggiunte con informazioni sui servizi disponibili, 72.065 coinvolte in iniziative di mobilitazione sociale.
La risposta in Italia
Dal 2016 operiamo nel nostro paese sulla base di un accordo con le istituzioni italiane, attraverso un Piano di Risposta integrata fondato sulla strategia della One UNICEF Response, per un’attuazione congiunta dei programmi per i migranti in Italia. L’UNICEF Italia guida a livello nazionale le attività di advocacy con le istituzioni italiane, di sensibilizzazione sociale, la comunicazione con i Media e l’opinione pubblica, le attività di raccolta fondi rivolte alla società civile. L’UNICEF Internazionale, attraverso un’unità basata a Roma, guida i programmi d’attuazione diretta degli interventi in Italia.
Grazie a questa sinergia, dal 2016 ad oggi abbiamo assistito oltre 50 mila i minori rifugiati e migranti nel nostro paese, sostenendo, tra gli interventi, anche una mappatura delle buone pratiche sui servizi di supporto psicosociale e di salute mentale per minori stranieri non accompagnati e giovani migranti e rifugiati, la prima ricerca di questo genere condotta nel nostro paese. E per l’emergenza Ucraina, analoghe misure di risposta sono state intraprese per i bambini rifugiati e le loro famiglie.
Tra i risultati sostenuti in Italia, nei primi 3 mesi dell’anno oltre 4.000 tra minorenni e giovani sono stati supportati nel nostro paese, di cui 2.500 solo a Lampedusa. Nel corso del 2022 abbiamo raggiunto più di 20 mila bambini, adolescenti e giovani rifugiati e migranti con programmi di assistenza mirata, tra cui oltre 8 mila in fuga dall’Ucraina sconvolta dalla guerra.
Almeno 14.000 minori sono stati sostenuti con misure di protezione, inclusi 5.000 ucraini, 270 MSNA sono stati inserti in affido familiare o assistiti con supporto mirato e 1.604 operatori di prima linea formati sulle misure di protezione. Contro le violenze di genere, abbiamo raggiunto 180.000 persone e 800 operatori sociali con informative e formazione.
Almeno 2.000 minori, inclusi rifugiati dall’Ucraina, sono stati assistiti per l’istruzione e lo sviluppo di competenze, 9.500 ragazze e ragazzi con attività di partecipazione e inclusione sociale.
Nel complesso, oltre 200.00 persone sono state raggiunte con messaggi di prevenzione di rischi e sull’accesso ai servizi, 52.800 sono state coinvolte in iniziative per l'inclusione sociale dei giovani migranti e rifugiati
Per la risposta al COVID-19 nel 2020, quando l’Italia è stata travolta dalla crisi drammatica della pandemia, abbiamo raggiunto 2.389 giovani con screening medici e oltre 2.833 con kit di prodotti d’igiene e decontaminazione, informando 163.000 persone con messaggi adattati alle diverse lingue e culture, e fornendo a 1.250 giovani opportunità di formazione, partecipazione e inclusione sociale.
Il contributo dell'UNICEF Italia
Grazie alla generosità dei donatori italiani, dal 2016 ad oggi abbiamo sostenuto la risposta d’emergenza in Europa con circa 12.742.300 euro, di cui 2.250.000 già stanziati nel corso del 2023, prestando un’attenzione centrale per gli interventi in Italia.
Pagina aggiornata al 5 settembre 2023
Programmi per i bambini e adolescenti migranti e rifugiati in Italia - Rapporto annuale_ Aprile 2023pdf / 22.17 Mb
DownloadUNICEF- Emergenza Migranti e Rifugiati in Europa - Aggiornamento n 36 - Risultati 2022pdf / 1.77 Mb
DownloadRIFUGIATI e MIGRANTI in EUROPA - Appello d'Emergenza UNICEF per il 2023 - Dicembre 2022pdf / 708 kb
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